tokyo 2020+1

La medaglia o l’allattamento? Ona Carbonell e i Giochi del gender gap

Ona Carbonell at the airport after charging against Tokyo 2020 for not letting her travel with her breastfeeding toddler, on 21 July 2021, in Barcelona (Spain). SPORT;TOKYO 2020;SWIMMING;BABY Ana Belén Morant / Europa Press 07/21/2021 (Europa Press via AP)
Ona Carbonell at the airport after charging against Tokyo 2020 for not letting her travel with her breastfeeding toddler, on 21 July 2021, in Barcelona (Spain). SPORT;TOKYO 2020;SWIMMING;BABY Ana Belén Morant / Europa Press 07/21/2021 (Europa Press via AP)
  • La capitana spagnola del nuoto sincronizzato, una fra le più medagliate nella storia della sua specialità, aveva avuto rassicurazioni di poter portare con sé il figlio Kai (1 anno ad agosto). Ma poi le restrizioni anti-Covid poste dagli organizzatori locali l’hanno costretta a compiere una scelta difficilissima. 
  • Diventata un’icona del diritto alla maternità per le atlete, nei mesi scorsi il suo impegno è stato celebrato con un documentario prodotto da Rakuten, che ne ha definitivamente elevato il profilo al rango di icona del diritto alla maternità e della parità di genere.
  • Il post di denuncia pubblicato su Instagram è diventato virale e si propone già come una medaglia di latta da assegnare agli organizzatori, incapaci di rendere agibile un diritto basico della persona.

Alla gamma delle accuse rivolte contro Tokyo 2020+1 ne mancava giusto una relativa alle discriminazioni di genere. E allora ecco che la serve Ona Carbonell, capitana della nazionale spagnola di nuoto sincronizzato. Che a pochi giorni dalla cerimonia inaugurale ha denunciato di essersi vista negare dagli organizzatori il diritto a portare con sé in Giappone il figlio Kai (compirà un anno il prossimo agosto), a cui per questo motivo non potrà essere somministrato l'allattamento materno. Una dec

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