Il presidente sta sereno. Nei giorni scorsi Gianni Infantino, numero 1 della Fifa, ha ricevuto una notizia positiva sul versante giudiziario. Mercoledì 5 maggio è stata infatti ufficializzata la ricusazione di Stefan Keller, il procuratore speciale della confederazione che ha aperto e conduceva il procedimento penale a carico del capo del calcio mondiale. Keller, che nei mesi passati è stato maldestro nel gestire la comunicazione, si è visto estromesso dalle indagini come richiesto a più riprese dagli avvocati del presidente Fifa. L'ultimo assalto ha raggiunto l'obiettivo. Adesso bisognerà mettere in moto il meccanismo per la ricerca del sostituto, con rallentamento dei tempi di procedimento. Un sollievo almeno momentaneo per Infantino. Che però non dissipa le ombre sul suo modo di gestire il potere Fifa, né allontana i sospetti sul ruolo occulto e doppiogiochista esercitato nella vicenda della Superlega.

Il vero volto dell'Infantinismo

Nelle ore in cui la novità giudiziaria viene ripresa dai media di tutto il mondo, Infantino si trova in Costa d’Avorio. Cioè nella sua Africa, il continente che continua a essergli particolarmente caro e fa da base per tessere relazioni di potere. In quel contesto l'avvocato italo-svizzero esibisce il volto istituzionale e ecumenico che gli piace sfoggiare. Seduto accanto al nuovo presidente della Confederazione africana (Caf), il miliardario sudafricano Patrice Motsepe, il numero 1 del calcio mondiale invoca concordia fra le componenti del calcio. Un messaggio che nemmeno velatamente fa riferimento al caos europeo originato dai postumi di un'operazione-Superlega non ancora archiviata.

In quella posa, in quel messaggio, c'è la plastica rappresentazione dell'Infantinismo. Che è una declinazione del potere politico e personale giocata sulla doppiezza dell'immagine. Il tono felpato e il sorriso privo di crepe, esibiti mentre sistematicamente si esercita il divide et impera e si edifica una mappa del potere fatta di imprenditori politico-finanziari esterni al mondo del calcio. La sostituzione dei notabili da burocrazia federale con gli oligarchi delle economie continentali. Gianni Infantino è ormai la maschera nuda del potere calcistico, la sublimazione di un sistema incapace di esprimere altro che élites propense a sacrificare la strategia per i tatticismi e il grande disegno per i pizzini.

Quel procuratore esterna troppo 

Dunque alla fine il procuratore Keller si è visto portare via il procedimento avviato il 30 luglio 2020 e scaturito dalle indagini sugli incontri segreti fra Infantino e l'ex ministero pubblico della confederazione (carica equivalente a quella di procuratore generale), Michael Lauber, titolare dell'inchiesta sullo scandalo Fifa esploso a maggio 2015 e costretto a lasciare la carica proprio a causa di quegli incontri. Di tale vicenda Domani ha raccontato a settembre 2020, evidenziando le ambiguità dell'intreccio Infantino-Lauber. Ambiguità che sono parse qualcosa di più pesante a Keller, tanto da convincerlo a aprire ufficialmente il procedimento a soltanto un mese di distanza dall'incarico ricevuto il 29 giugno 2020.

Contro questa decisione, che riguarda il presidente della Fifa ma non l'organizzazione, si solleva l'organizzazione intera. Una mobilitazione che non risparmia i dirigenti Fifa né i canali ufficiali di comunicazione. In questo senso i passaggi sono numerosi e imbarazzanti. Esemplare l'intervista rilasciata il 3 agosto 2020 a BeIN Sports (il canale sportivo globale controllato dall'emirato del Qatar) da Alasdair Bell, vicesegretario generale Fifa e pretoriano del presidente, nella quale veniva denunciato che «la Fifa ha avuto una storia squallida prima che Infantino venisse eletto». Come se contro il suo capo fossero all'opera le forze della reazione.

Ma vanno menzionati anche i ripetuti comunicati pubblicati dal sito Fifa man mano che la vicenda giudiziaria si sviluppa. Fra l'altro, a scatenare tanto interventismo provvede l'imperizia comunicativa di Keller. In data10 dicembre 2020 il procuratore speciale fa pubblicare un comunicato sul sito della Confederazione svizzera per rendere noto che l'indagine in corso ha portato a scoprire altri indizi di attività criminale da parte di Infantino. Una mossa inusuale e inopportuna. Che avrà un seguito con comunicazioni del 10 febbraio e del 8 e 11 marzo, oltre che con una dichiarazione alla stampa. Ciò offre un'arma insperata all'arsenale comunicativo Fifa, già mobilitato in difesa del boss.

La Fifa esterna anche di più 

Il procuratore Stefan Keller pagherà l'eccesso comunicativo. Giusto? Ingiusto? Ciascuno si farà la propria opinione. La sola cosa certa è che altrettanto, se non superiore, eccesso comunicativo non costerà il posto a Infantino. Che attraverso il sito ufficiale Fifa scatena un cannoneggiamento a base di comunicati di cui nessuno gli chiederà mai conto. È equo tutto ciò? Ancora una volta, ciascuno si faccia la propria opinione.

Il fuoco di fila comincia il 10 dicembre 2020, cioè il giorno stesso in cui Keller fa pubblicare il primo comunicato stampa. Il testo è animoso e scomposto, nulla a che vedere con una parvenza di linguaggio istituzionale. Già il primo capoverso dà il tono: “La Fifa e il presidente della Fifa sono sconcertati dalla dichiarazione pubblicata oggi dal “procuratore speciale” Stefan Keller. Questa dichiarazione ha natura tanto maliziosa quanto diffamatoria e dimostra il suo estremo preconcetto [extreme bias]”. Da notare quel “procuratore speciale” scritto proprio così, tra virgolette. Ciò che nel testo ricorre ben quattro volte e dà l'idea di sminuire e delegittimare il ruolo di Keller, che viene addirittura accusato di «character assassination», una formula che indica il premeditato attacco reputazionale. E la chiusura non può che essere a tono: «Ovviamente la Fifa e il suo Presidente compiranno tutti i passi legalmente necessari per porre fine a queste accuse infondate e in malafede (baseless and ill-intentioned accusations)».

Si è mai vista un'istituzione comunicare a questo modo? Il sito Fifa verrà usato ancora per registrare con evidente soddisfazione i due successivi passaggi che fanno pendere l'esito del conflitto Infantino-Keller dalla parte dell'avvocato italo-svizzero: quello che porta la Corte Penale Federale a indirizzare una reprimenda al procuratore speciale per gli eccessi comunicativi e quello che infine registra l'estromissione di Keller dall'inchiesta, salutata con soddisfazione e con la precisazione che all'ormai ex procuratore speciale sia stato imposto di pagare 5mila franchi svizzeri per coprire il costo del procedimento.

Mister W01

La sostanza delle accuse rivolte e delle risultanze acquisite nei confronti di Infantino rimane comunque immutata. Dunque la battaglia legale prosegue ma intanto il presidente Fifa si sente ringalluzzito. Quel 5 maggio in Costa d’Avorio si trova accanto al presidente CAF, il miliardario imprenditore sudafricano del settore minerario Motsepe che da qualche anno a questa parte ha costruito il proprio potere calcistico portando in alto i Mamelodi Sundowns.

Nei mesi scorsi la candidatura di Motsepe è giunta a sorpresa, nella corsa alla successione del disastroso Ahmad Ahmad. Sia l'uscente che il neo-eletto sono creature di Infantino. In particolare, Motsepe è stato eletto per acclamazione il 12 marzo a Rabat (Marocco), dopo il ritiro dei tre concorrenti dalla corsa. Perché mai votare se c'è un candidato che ha il totale appoggio di Infantino?

E adesso che ha ripreso saldamente il controllo del calcio africano il presidente Fifa può fare appello alla mediazione come metodo per governare il mondo del calcio. Una presa di posizione che risulta ancora più comprensibile se si guarda ai continui appelli al dialogo fra Uefa e club tuttora non dissociati dalla Superlega (Barcellona, Juventus e Real Madrid). Tale atteggiamento, secondo alcune interpretazione, non è esattamente priva di interessi. Perché, come recentemente affermato da Le Monde, Infantino sarebbe stato perfettamente al corrente del progetto di Superlega prima che venisse annunciato e lo avrebbe anche approvato.

In un documento riservato di 10 pagine, scritto in lingua inglese e visionato da Le Monde, si parla di un tal “W01” che somiglierebbe tanto al presidente Fifa. Di Mister W01 aveva già parlato il presidente della Liga spagnola, Javier Tebas, a fine gennaio (dunque ben prima che il tentativo di organizzare la Superlega venisse scatenato), nel corso di un'intervista rilasciata all'agenzia AFP e al tabloid inglese The Sun. Comunicati del sito Fifa su questo tema ne abbiamo, presidente?

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