Tutte la aziende coinvolte erano riconducibili a un noto soggetto pluripregiudicato con precedenti per reati fiscali
I finanzieri del comando provinciale di Palermo, con la collaborazione di funzionari dell’Ispettorato repressione frodi del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, hanno sequestrato un laboratorio clandestino e uno stabilimento enologico, entrambi con sede a Partinico dove erano in lavorazione 250 quintali di zucchero solido, 300 ettolitri di zucchero già disciolto in acqua e oltre 37 mila ettolitri di vini e mosti.
Tutti i prodotti alimentari, anch’essi sequestrati, recavano sull’etichetta indicazioni geografiche o denominazioni di origine contraffatti ed erano sofisticati con zucchero e acqua.
Sono inoltre state eseguite perquisizioni e sequestri su tutto il territorio nazionale al fine di bloccare le partite di prodotto contraffatto e adulterato distribuite dai cinque responsabili dell’attività illecita, che rispondono dei reati di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari, di frode nell’esercizio del commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine.
In particolare, alcune aziende con sede a Partinico, le imprese vinicole San Domenico vini S.r.l., Soc. Coop. Cantina Sociale Terre del sud, Cantina Primeluci S.r.l.s. e Lariana Wine Trading S.r.l., riconducibili a un noto soggetto pluripregiudicato con precedenti per reati fiscali, avevano organizzato un sistema di irregolarità contabili grazie all’aiuto di altre società consorelle costituite ad hoc e di “cartiere”, annotando falsamente introduzioni di mosti, uve e vini, con il solo fine di creare un presupposto di apparente legalità ai prodotti vitivinicoli, commercializzati con false denominazioni di origine e indicazioni geografiche siciliane, ottenuti mediante l’utilizzo fraudolento di zucchero miscelato con l’acqua.
Infatti, le partite di zucchero di barbabietola e zucchero di canna, acquistate in nero da aziende con sede in Campania, giungevano presso un vero e proprio laboratorio clandestino, gestito da un partinicese, anche lui con numerosi precedenti, dove veniva effettuata la miscelazione con acqua, ottenendo così un composto liquido utile alla preparazione di falsi vini e mosti.
Dopo la miscelazione, il prodotto liquido ottenuto era destinato a uno stabilimento enologico di Partinico, dove hanno sede le imprese vinicole coinvolte nell’attività illecita, che poi vendevano i vini e mosti contraffatti e sofisticati ai vari clienti. Tra il 2018 e il 2020, sono stati venduti dalle quattro imprese vitivinicole coinvolte oltre 90mila ettolitri di prodotto vinoso a cantine vitivinicole e acetifici dislocati su tutto il territorio nazionale, risultati estranei alla frode agro-alimentare.
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