È stato un agguato in pieno stile mafioso a uccidere Emanuele Burgio in via dei Cassari nel mercato della Vucciria a Palermo.

Sarebbero giunti in tre a bordo di uno scooter ma solo uno ha sparato tre colpi d’arma da fuoco al torace del giovane 26enne, figlio di Filippo Burgio condannato con sentenza definitiva per mafia a nove anni di carcere. Filippo Burgio era considerato il cassiere della famiglia di Palermo centro durante la reggenza di Gianni Nicchi del mandamento Pagliarelli.

A nulla sono serviti i tentativi di rianimazione dei medici del Policlino di Palermo dove Burgio è arrivato in codice rosso trasportato da alcuni amici. Mentre i medici tentavano di soccorrerlo, fuori la struttura si è radunata una folla di duecento persone. Erano amici e parenti del figlio del boss. Volevano vederlo a tutti i costi. Per sedare la rabbia è servito l’intervento delle forze dell’ordine.

Durante la notte gli investigatori della sezione omicidi della squadra mobile guidata da Rodolfo Ruperti hanno interrogato gli amici che erano con Emanuele Burgio. Gli inquirenti hanno anche visionato i filmati degli impianti di videosorveglianza dei locali commerciali di via dei Cassari e sequestrato l’auto del giovane siciliano. Le forze dell’ordine stanno anche ascoltando le dichiarazioni di alcuni parenti della vittima, che fuori dall’ospedale affermavano di sapere chi aveva ammazzato Emanuele.

Da una prima ricostruzione, gli inquirenti pensano che l’omicidio sia un regolamento di conti legato a una questione di droga. Il figlio del boss avrebbe cercato di allargare la sua piazza di spaccio dalla Vucciria a Borgo Vecchio. Una decisione che avrebbe scatenato una lite per il controllo della vendita della cocaina sul territorio. Insomma, l’ennesimo delitto criminale consumato nella città di Palermo.

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