«Paragon Solutions ha offerto al governo e al parlamento italiano un modo per determinare se il suo sistema fosse stato usato contro i giornalisti in violazione della legge e dei termini contrattuali. Poiché le autorità italiane hanno scelto di non procedere con questa soluzione, Paragon ha rescisso i suoi contratti in Italia». L’ennesimo colpo di scena sulla vicenda dello spionaggio di Stato.

L’azienda israeliana, proprietaria dello spyware a zero clic Graphite, tramite cui sono stati spiati attivisti e cronisti italiani, ha puntato il dito contro l’esecutivo di Giorgia Meloni

Il governo, in base a una nota della società pubblicata dal quotidiano israeliano Haaretz, non sarebbe interessato a conoscere chi ha intercettato il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, e il giornalista della stessa testata, Ciro Pellegrino (questione diversa per gli attivisti della ong Mediterranea Saving Humans, per i quali il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha ammesso il coinvolgimento dell’Aise).

Ma per il Copasir, il comitato parlamentare che si occupa di sicurezza, la versione della stessa Paragon non convincerebbe. «Il contratto tra governo e società è stato sì, rescisso», ma, a quanto sostiene l’organo che si riunisce a palazzo San Macuto a Roma, sarebbero state «Aise ed Aisi ad aver deciso di sospendere temporaneamente l'impiego di Graphite. Dopodiché – continua il comitato nella sua relazione –  si è addivenuti alla decisione di rescindere comunque il contratto con Paragon». Versione, quest’ultima, confermata da fonti di intelligence secondo cui le agenzie e Paragon Solutions «decisero di comune accordo la sospensione dell'uso dello spyware Graphite» e, ancora, che «non vi è mai stata rescissione unilaterale a seguito di presunte condotte illegali delle agenzie di intelligence».

Una grande confusione. Davvero Paragon ha offerto al governo e al Copasir, che ha anche annunciato di desecretare l’audizione degli israeliani, un modo per accertare se i suoi prodotti sono stati usati contro i giornalisti? Chi mente?

Per Luca Casarini, tra le “vittime” del software israeliano, non ci sarebbero dubbi. «Il Copasir – dichiara il referente di Mediterranea Saving Humans in una nota –  ha scritto cose non vere, dichiarando che lo spionaggio dei giornalisti non c'entra con Paragon e che non è possibile al momento accertare chi ha spiato Cancellato. Paragon sa bene chi è stato ad attivare il software militare per spiare i giornalisti, e proprio per questo ha deciso di interrompere i rapporti. Perché il Copasir non ha voluto accertarlo? Perché noi attivisti siamo stati spiati per 5 anni come fossimo terroristi e criminali? Perché il Copasir non ci ha mai convocato? Che fine hanno fatto i dossier prodotti su di noi dai servizi? In quella relazione che oggi si scopre anche edulcorata e inesatta sulla parte che riguarda Paragon, ci sono troppi buchi. Il parlamento se ne occuperà oppure tutto ricadrà nel solito dimenticatoio italiano?». 

Domande, ancora una volta, senza risposta. 

© Riproduzione riservata