La guardia di finanza di Parma ha posto agli arresti domiciliare il rappresentante legale della cooperativa per persone bisognose, Svoltare Onlus. L’uomo è indagato per i reati di peculato, malversazione ai danni dello stato, turbativa d’asta, falso e omessa dichiarazione ai fini Ires e Irap, commessi nel settore dei servizi di accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale. Nel medesimo provvedimento è stato disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di liquidità, beni mobili ed immobili, per un importo totale di quasi 1.400.000 euro.

Cosa è successo?

Svoltare Onlus aveva ottenuto dalla prefettura di Parma, attraverso false autodichiarazioni, la gestione del servizio di accoglienza richiedenti asilo fin dal luglio del 2015, anno della sua costituzione, nonché, dal comune di Parma, la gestione di interventi destinati a favore di persone adulte senza dimora in condizione di grave emarginazione.

Le indagini, avviate nel settembre 2018, scaturiscono da un controllo fiscale svolto nei confronti della Svoltare Onlus, nel corso della quale il legale aveva esibito alle fiamme gialle una determina dirigenziale della Regione Emilia Romagna ideologicamente falsa. Il documento falso aveva lo scopo di occultare il fatto che l’ente non possedeva il requisito di iscrizione al registro regionale delle associazioni di volontariato, titolo essenziale per poter usufruire dei benefici fiscali delle onlus e per poter contrattare con la pubblica amministrazione.

Grazie all’indagine avviata in seguito è sono stati scoperti l’utilizzo di false attestazioni per la partecipazione ai bandi della Prefettura e del Comune di Parma, l’indebita appropriazione di parte dei circa 16 milioni di euro di fondi pubblici così ottenuti, nonché l’omessa presentazione delle dichiarazioni Ires e Irap del 2016, 2017 e 2018. Inoltre, è stata contestato il reato di peculato all’amministratore di sostegno che si è appropriato di consistenti somme di denaro dei soggetti amministrati.

L’uso personale dei fondi

In particolare, nei primi anni di vita dell’associazione, è emerso che l’uomo, in qualità di amministratore di sostegno di oltre trenta persone, senza alcuna autorizzazione del giudice tutelare da cui era stato nominato, aveva prelevato dai conti correnti intestati a diversi di loro (di cui aveva la disponibilità in virtù del pubblico ufficio ricoperto) somme per quasi 80mila euro, indebitamente confluite nella casse di Svoltare Onlus o, comunque, utilizzate per sostenere spese riferibili all’associazione, con finalità che nulla avevano a che vedere con le necessità degli (ignari) amministrati.

Dopo questa prima fase, in cui l’uomo ha finanziato l’associazione utilizzando indebitamente i denari delle persone da lui amministrate, negli anni successivi, ha potuto contare sugli ingentissimi introiti derivanti dallo svolgimento del servizio di accoglienza dei migranti e di sostegno a soggetti emarginati, in virtù delle illegittime assegnazioni ottenute sia dalla Prefettura che dal Comune di Parma. Tuttavia, come emerso dagli accertamenti bancari e contabili, i fondi pubblici elargiti venivano in parte utilizzati da S.S. per compiere spese estranee alle finalità del servizio per il quale erano stati erogati.

Tali condotte sono state quantificate in un ammontare complessivo di oltre 240mila euro. Gli esiti complessivi degli accertamenti hanno consentito di disconoscere la natura giuridica di associazione della Svoltare onlus, la quale è invece da ricondursi ad una vera e propria impresa individuale, gestita secondo criteri di redditività propri di quest’ultima. Nel primo periodo di operatività, l’associazione, agendo con finalità lucrativa, ha spesso sub-appaltato il servizio di cui era assegnataria a un’altra associazione locale, che le fatturava l’importo delle prestazioni ad un costo minore di quello pattuito dalla Svoltare stessa e la prefettura.

L’associazione, nel corso degli anni, ha compiuto significativi investimenti, di carattere speculativo, sul mercato dei titoli mobiliari e ha acquistato immobili di rilevante valore. Svoltare, che ha potuto contare su un numero di dipendenti addirittura superiore a quello dei volontari, ha anche garantito la corresponsione di cospicui benefit aziendali ad alcuni “soci volontari”, tali da conferire loro, di fatto lo status di quadri aziendali. L’amministrazione della struttura era condotta dal solo amministratore che si comportava come un amministratore delegato monocratico confondendo, peraltro, i conti correnti dell’associazione con quelli personali.

Pertanto, l’ente operava come una vera e propria impresa commerciale distribuendo parte dei proventi dell’attività ai propri associati. Tale modalità di gestione, in violazione delle regole che disciplinano il terzo settore, ha generato il disconoscimento della qualifica di ente non commerciale e i relativi benefici fiscali previsti per gli enti no profit, con la conseguente riqualificazione dello stesso ad ente. Le attività di verifica hanno quindi consentito di constatare un’evasione fiscale per oltre 1.150.000 euro.

Il provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, fino alla concorrenza dell’importo di circa 1.400.000 euro, riguarda il blocco della liquidità presente sui rapporti finanziari dell’associazione, ora Cooperativa sociale Svoltare, e inoltre otto immobili e nove autoveicoli.

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