Nella valle d’Ansanto, dove Virgilio aveva identificato una delle porte dell’inferno, si produce il pecorino di Carmasciano. L’erba che sa di zolfo fa la differenza nel suo sapore. Ma i produttori si dividono sulla scelta o meno di dare anche mangime alle greggi
Questo articolo è tratto dal nostro mensile Cibo, disponibile sulla app di Domani e in edicola
Anche l’erba che sa di zolfo può fare la differenza. Lo sanno bene i produttori del pecorino di Carmasciano della Valle d’Ansanto, territorio nel cuore dell’Alta Irpinia descritto anche da Virgilio nell’Eneide, che lo riteneva una delle porte degli Inferi. «Ha quinci e quindi oscure selve, e tra le selve un fiume che per gran sassi rumoreggia e cade, e sì rode le ripe e le scoscende, che fa spelonca orribile e vorago, onde spira Acheronte, e Dite esala», scriveva il poeta e il riferimento è alla



