- L’arresto dell’imprenditore Luigi Nerini e di due dei suoi tecnici getta una nuova luce sono una vicenda già complessa.
- L’impianto non poteva restare aperto senza gli aiuti pubblici e la famiglia Nerini che lo gestisce da mezzo secolo ha ottenuto milioni di euro in investimenti in manutenzione e ricostruzione.
- Per anni l’impianto è stato tenuto in stato di incuria e in perdita economica, ma dopo gli ultimi lavori era divenuto improvvisamente una macchina per soldi.
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La funivia del Mottarone, dove domenica 14 persone sono morte in un incidente, era un’impresa che senza l’aiuto pubblico non riusciva a stare in piedi. Per decenni i suoi proprietari, la famiglia Nerini, hanno ottenuto milioni di euro dal comune di Stresa e dalla regione Piemonte per svolgere lavori di manutenzione straordinaria e per ricostruire l’impianto quando era ormai fatiscente. Anche grazie a questi aiuti, negli ultimi anni, la funivia si era trasformata in un affare. Ieri l’arresto



