La Peste suina africana (Psa), una delle peggiori malattie animali al mondo, è stata segnalata a Roma in un cinghiale ritrovato, pare, nel parco dell’Insugherata in prossimità della Cassia, a nord della capitale, all’interno della cinta del grande raccordo anulare.

La notizia circolava già da ieri e oggi è stata confermata, ancora senza particolari dettagli, dal commissario straordinario per l’emergenza Psa, Angelo Ferrari. La malattia è altamente contagiosa tra maiali domestici e cinghiali, non ha alcun effetto sulla salute umana e non esiste un vaccino per arginarla.

Tra i domestici, l'unico modo per impedire il diffondersi del virus sono gli abbattimenti dei capi infetti, il confinamento dei maiali sani così da impedire contatti con l’esterno e quindi con potenziali soggetti a rischio, una puntuale azione di misure di biosicurezza negli allevamenti e nelle aree segnalate come interessate dalla Psa. Ancor più difficile è invece il controllo della malattia tra i cinghiali.

Gli altri casi

Il caso di Roma arriva a circa quattro mesi dalle prime segnalazioni della malattia in Italia, individuata a inizio gennaio tra il basso Piemonte e la Liguria. Ad oggi, dopo circa 120 giorni, in quei territori sono già 110 i cinghiali ritrovati positivi alla Peste suina africana: una media di circa uno al giorno. Da ulteriori analisi di laboratorio si potrà capire se il nuovo focolaio della Capitale è riconducibile all’area infetta del nord Italia, oppure se ha tutt’altro tipo di origine. 

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