- In queste prime settimane di arrivi dei rifugiati che scappano dalla guerra di Vladimir Putin, l’Italia ha mostrato una grande partecipazione dal basso, da Milano a Napoli passando per Roma. Una risposta che non è arrivata in altre crisi umanitarie.
- Famiglie italiane, ucraini già residenti nel paese e associazioni si sono attivati per dare ospitalità mettendo a disposizione appartamenti, posti letto e il proprio tempo. Il governo conta anche su di loro per dare assistenza a chi arriva.
- Oltre all’ospitalità delle famiglie, guidata dalle associazioni del terzo settore, come Caritas e Refugees Welcome, ci sono i centri di accoglienza statali, ma i posti sono pochi.
“Accoglienza diffusa”. Sono le parole che vengono utilizzare per spiegare come l’Italia sta dando riparo ai profughi ucraini che scappano dall’invasione dell’esercito di Vladimir Putin. In queste prime settimane di arrivi l’Italia ha mostrato una grande solidarietà dal basso. Famiglie, coppie, ucraini che già risiedono qui da anni, decine di associazioni del terzo settore si sono attivati per accogliere i rifugiati. Il governo conta soprattutto su questa rete spontanea per poter gestire l’emerg
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Foto AP/Evgeniy Maloletka



