Il destino del ministro

Piantedosi è in bilico, ma ai prefetti si perdona sempre tutto

LaPresse
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La parola dimissioni non è più impronunciabile per il ministro al centro dei tutti i disastri del governo, dai migranti al decreto rave. La sua forza, però, non è solo il sostegno di Matteo Salvini, ma la sua carriera da prefetto, posizione che gli ha permesso di creare una potente rete di relazioni trasversali

  • L’ultimo che ha garantito su Matteo Piantedosi è stato Pier Ferdinando Casini, ex presidente della Camera, che in passato, senza fortuna, aveva garantito anche su Totò Cuffaro.
  • Piantedosi è un prefetto, un uomo dello stato prestato al ministero dell’Interno che nei primi mesi di governo ha parlato di migranti come «carico residuale» e fatto la paternale ai sopravvissuti di Cutro.
  • Nonostante le pessime doti comunicative e gli scarsi risultati normativi, Piantedosi resta al suo posto non solo perché sponsorizzato politicamente da Matteo Salvini, ma perché, come molti prefetti, vanta una rete di relazioni ed estimatori non solo nella maggioranza politica che lo ha voluto al Viminale.

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