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Il franchising della pizza napoletana le ha fatto perdere l’anima

  • Lasciando stare l’ormai trita polemica sulle vere origini della pizza, non si può negare che l’immaginario mondiale del disco lievitato sia connesso all’Italia, e in particolare a Napoli. Basta guardare i nomi delle pizzerie più apprezzate all’estero: è tutto un Peppina e Luigia, Pasquale e Angelina, Forcella e Bufalina, Mamma di qua e Mamma di là.
  • Ma è solo da dieci anni a questa parte che i marchi storici della pizza napoletana si sono trasformati in catena ed espansi in Italia e nel mondo: parliamo di un movimento vasto ma le cui punte di diamante sono tre, Michele, Sorbillo e Starita.
  • La domanda è: funziona? La pizzeria storica napoletana riesce a farsi catena senza snaturarsi? Senza perdere quell’aura di autenticità e genuinità, quella magia di cui gli stessi marchi si fanno vanto?

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