Ieri si è svolta la lotteria Italia del bonus mobilità. Centinaia di migliaia di utenti hanno tentato la sorte a colpi di click per accaparrarsi «fino a 500 euro» promessi dallo stato per compensare l’acquisto di una bici, normale o elettrica, o di un monopattino. Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa aveva invitato a comprarli dal 4 maggio con la promessa di un rimborso al 60 per cento della spesa. La riffa è finita con le «telefonate dure di un ministro infuriato», dicono dal ministero: bersaglio gli amministratori delegati di Sogei (la società del ministero dell’Economia che gestisce il sito web per l’erogazione del bonus mobilità) e di Poste (che gestisce lo Spid, il servizio di identità digitale), per chiedere loro di seguire in prima persona la vicenda del bonus che ha scatenato proteste.

La grande attesa

Il bonus anticipato durante il lockdown è stato inserito nel decreto Rilancio, il decreto aprile in ritardo fin dall’inizio, visto che è arrivato a maggio. Uno stanziamento di 215 milioni di euro derivante dalle aste delle quote di emissione di CO2, un modo per fare pagare a chi inquina la transizione ecologica. Il bonus è stato organizzato in due fasi, chi ha comprato la bici o il monopattino con la promessa di vedersela ripagata, e quelli che invece hanno aspettato che la legge fosse approvata e il portale per le richieste venisse aperto per avere un voucher per l’acquisto.

Come ogni evento su Internet che si rispetti, sono arrivate orde di tweet di commento. Ore 9: quasi nessuno è riuscito ad accedere alla pagina dedicata. Foto del sito in crash, problemi a connettersi, panico. Poi compare un’altra schermata: plafond ancora lì, intatto, e la richiesta di indicare la città e il passaggio a un’altra schermata con la lista d’attesa per partire alle 10.

Cominciano ad arrivare i tweet amari: «Coda ferma da più di mezz’ora. Normale? Se aggiorno la pagina perdo la coda. Comunque assurdo… sono stato uno dei primi a comprare un monopattino a maggio ed ora rischio di non avere il rimborso, sulla fiducia non si fa mai nulla» scrive un utente, @Steve_Frascisco.

Dal mattino, chi è riuscito a collegarsi, ha trovato dai 100 agli oltre 500 mila utenti in attesa di ricevere il contributo, una situazione che ha lasciato aperta ogni possibilità: dalla necessità di doversi scollegare per fare altro, al timore di perdere il contributo per mancanza di fondi a spese già fatte. Un’ansia quest’ultima percepita anche dal ministro Costa che la sera prima aveva detto: «La corsa ai click non è necessaria, i fondi ci sono per tutti». Inoltre «abbiamo già abbiamo negoziato per avere altre risorse lì dove si dovesse superare la quota messa da parte e le risorse arriveranno con la legge di stabilità».

La categoria degli arrabbiati è stata comunque nutrita, non solo a guardare i trend di twitter, ma anche perché, in attesa di avere dati ufficiali finali dell’operazione, il ministero dell’Ambiente ha confermato intorno alle 12 che c'erano ancora oltre 500 mila utenti in coda (ma si è arrivati anche a 700 mila) e sono rimasti tali nei dati aggiornati alle 18: 533 mila. Sempre alle 18 si contavano 97.952 registrazioni, 31.076 buoni emessi di questi 576 buoni spesi e 61.910 rimborsi richiesti. Il doppio dei richiedenti ha avuto fiducia nella lotteria prima che si conoscessero le modalità con cui si sarebbe potuto partecipare.

Caso Spid

Per chi è riuscito a collegarsi c'è stata anche la brutta sorpresa: lo Spid di Poste non ha funzionato e non è stato possibile completare la procedura. Un passo indietro. Per avere il bonus era necessario avere le credenziali Spid, ovvero il «sistema pubblico identità digitale», necessario ad esempio per la richiesta dei permessi di soggiorno. Per richiederlo bisognava recarsi in ufficio della pubblica amministrazione o registrarsi online. Qualcuno, si lamentano su Internet, offre il servizio a pagamento. Poste lo fa gratis. Però bisogna avere già la carta di identità elettronica (o avere un conto già aperto presso l’ufficio) e avere la webcam per certificare l’identità del richiedente.

Peccato che il sistema Spid non abbia funzionato come doveva. L’app collegata non ha certificato l'operazione e migliaia di utenti si sono visti costretti a ricominciare tutto daccapo. Oltre a quella del ministro Costa, Poste deve avere ricevuto molte altre telefonate: «Ciao, a causa delle numerose richieste di assistenza, al momento non riusciamo a fornire risposte nei tempi consueti. Ci scusiamo per il disagio» si legge su twitter intorno alle 15.

Le buone intenzioni

Il ministro Costa ha presentato la misura come la proposta ambientale della ripresa post Covid-19: «Vogliamo decongestionare le città, dove ci sono tanti motocicli e tante motociclette», ha detto in una delle tante dirette Facebook per presentare la misura . Utile ma non risolutiva per il traffico, visto che chi invece ha bisogno di un’auto per una famiglia difficilmente troverà utile un monopattino, e non è detto che nei grandi centri tutti se la sentano di viaggiare in bici quotidianamente. La misura si rivolge agli abitanti delle città metropolitane o ai maggiorenni che hanno la residenza (e non il domicilio) nei capoluoghi di regione, nei capoluoghi di provincia e nei comuni con popolazione superiore a 50 mila abitanti o nei comuni delle città metropolitane (anche al di sotto dei 50.000 abitanti) e non ha nessun criterio legato al reddito. Questo tipo di contributo, per come è strutturato, andrà a beneficio prima di chi più ha e più può spendere.

Il monopattino oggi sta diventando un simbolo. Le foto delle manifestazioni che stanno attraversando l’Italia per esprimere il disagio economico e sociale del lockdown ci mostrano le folle arrabbiate. Ma anche, come a Torino con gli ultras, o come è quasi successo nella capitale nel corso della manifestazione organizzata dai centri sociali e dai movimenti di sinistra, di monopattini dati alle fiamme.

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