È salito a 141 il bilancio dei morti per il crollo del ponte sospeso ieri nello stato indiano del Gujarat, mentre 100 feriti altri restano in ospedale. I sopravvissuti sono circa 170. 

Almeno dodici delle vittime erano bambini. I soccorritori, che stanno ancora lavorando, temono che dal fiume emergeranno i corpi di altre persone annegate: al momento del crollo sul ponte sospeso si trovavano circa 350 persone.

Alcuni video in diretta hanno mostrato centinaia di altri aggrappati alla struttura per cercare di farsi strada verso la salvezza. Il ponte sospeso di epoca coloniale lungo 230 metri era stato riaperto quattro giorni fa, dopo alcune riparazioni. I funzionari locali hanno detto che il ponte ha ceduto perché era sovraccarico di turisti accorsi per la stagione dei festival indù.

Le cause del crollo

Secondo i media locali, c’è il rischio che l’azienda privata che gestisce il ponte abbia riaperto il ponte senza che fossero eseguiti i controlli di sicurezza necessari. Le autorità dello stato hanno annunciato indagini sul caso. Il governo locale ha formato una commissione speciale di cinque persone. 

Il quotidiano The Hindu informa che tutte le manifestazioni politiche in corso, comprese quelle del premier Narendra Modi e la marcia di Rahul Gandhi sono state sospese in segno di lutto. Modi, che non è riuscito a trattenere le lacrime mentre in un video porgeva le condoglianze alle famiglie. Il premier è originario della zona ed era in visita per una tre giorni. Ha promesso alle famiglie delle vittime sostegno economico. 

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