Le nuove accuse arrivano sulla base dello sviluppo delle indagini sulle barriere fono assorbenti pericolose che ha portato a scoprire come gli ex vertici di Aspi abbiano voluto risparmiare sulla manutenzione della rete per accrescere gli utili del gruppo Atlantia
La procura di Genova ha ipotizzato il reato di “crollo di costruzioni o altri disastri dolosi” per il crollo del Ponte Morandi avvenuto nel capoluogo ligure il 14 agosto del 2018 e che ha causato 43 morti. In totale gli indagati per l’evento sono 71. L'ipotesi di reato non è più quindi quella di “crollo colposo”, ma “crollo di costruzioni o altri disastri dolosi”. Le nuove accuse arrivano sulla base dello sviluppo delle indagini sulle barriere fono assorbenti pericolose che hanno portato a scoprire come gli ex vertici di Aspi abbiano voluto risparmiare sulla manutenzione della rete per accrescere gli utili del gruppo Atlantia e abbiano falsificato atti per nascondere i mancati restyling e fossero consapevoli del pericolo. Le altre accuse sono di attentato alla sicurezza dei trasporti, falso, disastro colposo e omicidio colposo plurimo.
Le accuse all’ad Castellucci
A inizio novembre, le forze dell’ordine hanno arrestato sei vertici di Aspi tra cui l’ex amministratore delegato, Giovanni Castellucci perché accusati di essere a conoscenza della situazione precaria di diverse barriere fonoassorbenti presenti sulla rete autostradale, ma di non essere intervenuti per evitare costi sul bilancio della società. In seguito a Castellucci sono stati concessi i domiciliari per questioni di salute. L’ex ad è anche indagato per la lacunosa manutenzione del sistema di gallerie gestite sempre da Aspi.
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