- L’Autorità portuale di Taranto ha intimato a Webuild di avviare il dragaggio del porto entro due mesi, malgrado il rischio ecologico messo agli atti dalla commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti
- Il «rischio ambientale» e «di sicurezza», come scritto nella relazione della commissione di inchiesta, deriva dall’erronea esecuzione della vasca che dovrebbe isolare i fanghi.
- Ciononostante non si è mai considerata la rescissione e anzi all’appaltatore sono stati riconosciute molte delle sue pretese. La commissione bicamerale ha ventilato l’interessamento della magistratura. A ricorrervi è stata però solo l’Autorità portuale, che ha querelato la stampa che ne ha dato conto
Il rischio ecologico che pende sul mare di Taranto e che questo giornale ha denunciato nei mesi scorsi è finito agli atti del parlamento. E non è un rischio da poco. In ballo ci sono 2,3 milioni di metri cubi di fanghi da dragare nelle opere di scavo del porto che dovrebbero essere isolati perché contenenti sostanze tossiche, attraverso una vasca di colmata, cioè un grande bacino impermeabilizzato posto a bordo di una banchina. La tenuta della vasca, realizzata da Astaldi, ora Partecipazion



