Il Karolinska Institute svedese ha assegnato il premio Nobel per la medicina al biologo svedese Svante Pääbo «per le sue scoperte sui genomi degli ominidi estinti e l'evoluzione umana». In particolare, scrive l’accademia, Pääbo è riuscito a sequenziare il genoma di una specie di ominidi estinti, i Neanderthal, e a confermare l’esistenza di una nuova specie, l’homo di Denisova, dal genoma ritrovato in un minuscolo frammento di dita. «Le ricerche di Pääbo hanno prodotto una nuova comprensione dell’evoluzione umana», prosegue il comunicato. Il riconoscimento è pari a 10 milioni di corone svedesi, cioè circa 917mila euro.

Pääbo, 67 anni, è nato a Stoccolma ed è figlio di due scienziati. La madre, con la quale è cresciuta, è la chimica estone Karin Pääbo, mentre il padre, Sune Bergström, ha vinto il premio Nobel per la medicina insieme ad altri due colleghi nel 1982.

Dopo aver conseguito il suo dottorato all’università svedese di Uppsala, Pääbo è diventato uno dei fondatori della paleogenetica, cioè lo studio del genoma preservato nei resti di antiche creature. Il suo principale successo in questo campo è stato ottenuto nel 1997, quando insieme a un gruppo di altri ricercatori è riuscito a sequenziare il dna mitocondriale di un esemplare di uomo di Neanderthal rinvenuto in una grotta in Germania.

Nel 2007 è stato inserito dalla rivista Time nella lista delle cento persone più influenti dell’anno. Nel 2010, terminato il suo lavoro di sequenziamento completo del genoma dei Neanderthal, è stato tra i primi a sostenere la tesi di un’ibridazione tra l’homo Sapiens e i Neanderthal, oggi largamente condivisa nella comunità scientifica.

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