Prof assegnati, revocati e trasferiti, il governo proroga il caos supplenze

Il 9 settembre, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto-legge 127, il governo ha prorogato fino all’anno scolastico 2027/28 l’attuale sistema di conferimento delle supplenze. Il regolamento sulle graduatorie, atteso da anni, resta fermo: un meccanismo nato come provvisorio diventa la cornice stabile per i prossimi quattro anni. E così, mentre la norma congela la provvisorietà, gli Uffici scolastici territoriali continuano a produrre revoche, interpelli e decreti che ridisegnano gli organici a lezioni iniziate. La lotteria dei supplenti è ripartita. Il bug non è (solo) nell’algoritmo, ma nell’intero sistema A Bari, tra l’8 e il 17 settembre, l’Ufficio scolastico provinciale ha firmato cinque provvedimenti di revoca e rettifica. Con un atto del 17 settembre sono stati annullati incarichi già assegnati e presi in carico dalle scuole, costringendo docenti e istituti a riorganizzarsi a lezioni avviate. Nello stesso arco di giorni sono stati pubblicati interpelli per il sostegno e persino per posti di scuola dell’infanzia montessoriana: è la conferma che il primo bollettino di nomine non aveva coperto tutte le disponibilità. Salari da fame e una riforma «ostile alla scuola pubblica»: l’Italia spende in istruzione meno degli altri paesi Ue A Taranto, dopo le prime assegnazioni di inizio settembre, l’Ufficio scolastico è dovuto tornare più volte sui propri passi. Il 10 e l’11 settembre sono stati diffusi provvedimenti di revoca e nuove rettifiche, seguiti da un secondo turno di nomine che ha riportato alla luce spezzoni e cattedre rimasti fuori dal primo elenco. Il 19 settembre è arrivato un ulteriore provvedimento: l’esclusione di alcuni docenti dalle graduatorie di sostegno per infanzia e primaria, con la conseguenza di dover riaprire la partita con un terzo giro di convocazioni. Una sequenza che racconta, da sola, la fragilità dell’intero meccanismo. Parlare di Gaza a scuola è dovere degli educatori A Prato, il 16 e 17 settembre, l’Ufficio scolastico ha pubblicato interpelli a raffica per coprire cattedre di sostegno e materie come lettere e informatica. Agli insegnanti è stato chiesto di rispondere entro poche ore, in un vero e proprio conto alla rovescia. Caos totale La rapidità degli avvisi fotografa un sistema che non riesce a programmare per tempo e si affida a procedure lampo, con il rischio di lasciare le classi scoperte e gli insegnanti in bilico fino all’ultimo momento. Tre province, tre modalità diverse, un tratto comune: la supplenza come procedura a strati, fatta di annullamenti, rettifiche e convocazioni successive. Le organizzazioni sindacali hanno messo a verbale il loro giudizio. La Flc-Cgil ha parlato di «affossamento del confronto su Gps e supplenze» a proposito della proroga del regolamento. La Cisl scuola, con una memoria depositata al Senato il 16 settembre, ha chiesto una convocazione urgente al ministero per affrontare le criticità dell’avvio. La Uil scuola, già il 3 settembre, aveva segnalato «revoche anche dopo la presa di servizio» in province come Bari, Benevento e Liguria. Voci diverse che convergono su un dato: l’instabilità non è un incidente, ma il risultato diretto delle regole in vigore. Più condotta e niente cellulari: a scuola la svolta punitiva continua La precarietà come norma Con il sostegno non va meglio. Il decreto ministeriale 32/2025 ha previsto la conferma automatica dei docenti di sostegno in servizio entro il 31 agosto, per garantire continuità agli alunni più fragili. Gli elenchi pubblicati a fine estate sono stati però oggetto di rettifiche e aggiornamenti successivi. A Napoli, già a fine luglio, l’Ufficio scolastico aveva certificato centinaia di posti in deroga: un dato che mostra come il fabbisogno resti superiore all’organico e come la continuità dichiarata resti più sulla carta che nelle classi. Il lessico della continuità, al di là dei proclami del ministro, si scontra con la tempistica degli atti. Se gli elenchi dovevano essere chiusi entro il 31 agosto, la loro riscrittura a metà settembre certifica che la macchina non ha retto alla prova dei tempi. E quando l’atto viene corretto la continuità si interrompe. In tutto questo il ministero non ha contestato le segnalazioni di errori. La linea ufficiale, ribadita dal portale Mim e da note territoriali come quella di Varese del 18 settembre, è “garantire la presa di servizio immediata e procedere successivamente a rettifiche”. L’errore diventa quindi un passaggio previsto della procedura: prima l’assegnazione, poi la correzione. Una gestione che trasferisce sulle scuole e sui lavoratori l’instabilità amministrativa. Salari in calo e aiuti insufficienti, il caro scuola colpisce le famiglie più povere La fotografia di metà settembre è chiara: Bari con cinque atti di revoca in pochi giorni, Taranto a un terzo turno di convocazioni, Prato con interpelli lampo. Tre episodi che, sommati, compongono un mosaico coerente. Ma la vera notizia è che il governo ha scelto di prorogare fino al 2028 il meccanismo che li produce. Le immissioni in ruolo comunicate a inizio settembre e le conferme sul sostegno restano i numeri ufficiali, ma nel frattempo gli albi scolastici continuano a pubblicare note che ridisegnano cattedre, orari e insegnanti già in servizio. L’eccezione diventa regola. Ogni settembre una nuova lotteria, nonostante i ciclici annunci di stabilità. Ma è la precarietà, messa a verbale in Gazzetta Ufficiale, la vera norma del sistema.