«Le vertenze, le iniziative, gli spazi sociali tutti sono la “terapia” nella lotta contro la pandemia. Le nostre attività sui territori contribuiscono a guarire l’intera società». Questo un post di ieri del Nuovo cinema Palazzo, l’ex cinema autogestito della capitale dal 2011 nel quartiere universitario di San Lorenzo. «Qui Matteo Garrone ha trovato il protagonista del suo film Dogman, Marcello Fonte. Ci è venuto a recitare Elio Germano, tutti e due hanno vinto la palma d’oro», dice una delle occupanti, che preferisce rimanere anonima. Eppure mercoledì all’alba è stato sgomberato. La sindaca, Virginia Raggi, ha scritto su Twitter: «Ringrazio la Prefettura e le forze dell’ordine per le operazioni di sgombero di oggi. A Roma le occupazioni abusive non sono tollerate. Torna la legalità».

L’altra occupazione di cui parlava era quella di una sede di Forza nuova, di proprietà dell’Ater, l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica. «Capisce? Quelli sono fascisti, questo è uno spazio di cultura, e per lei è lo stesso», continua l’attivista.

Cultura pubblica

Molti occupanti che animano l’ex cinema non vogliono apparire con i loro nomi: «Scriva che è la Libera Repubblica di San Lorenzo, il nome della rete di associazioni che occupa». Il problema è che alcuni di loro sono sotto processo, «per la prima occupazione». In realtà l’occupazione è una sola, ma l’edificio era già stato sgomberato in passato.

La signora Franca, di 82 anni, però, non ha paura. Ripresa con smartphone e telecamere racconta: «Volevano fare un casinò… capite? Malavita, ludopatia. Se semo resi conto invece che era bello, che potevamo fa’ un sacco di cose. Abbiamo presentato libri, sono venuti li mejo artisti». Oltre a Fonte – tra gli occupanti – e Germano, si contano anche l’attore Ascanio Celestini e il cantautore Mannarino.

Germano ha fatto un video: «Uno degli ultimi avamposti resistenti di libertà nella nostra città e nel nostro paese viene sgomberato... Ma perché?». Nomi noti a parte, sia gli spazi che i materiali venivano offerti gratuitamente a chiunque ne avesse fatto richiesta, lasciando spazio alle piccole compagnie e alla cultura indipendente.

La struttura non si è fermata neanche con il Covid-19. Durante il primo lockdown, racconta un altro attivista, quando erano stati sospesi gli spettacoli, il Nuovo cinema Palazzo ha continuato a fare la sua parte in modo diverso. «Qui è pieno di studenti fuori sede, magari non si possono permettere la connessione, noi gliela offrivamo con delle postazioni all’aperto distanziati». Inoltre «abbiamo fatto da centro di raccolta per i generi alimentari».

Finché, spiegano, non sono arrivate le forze dell’ordine, con misure «spropositate»: «Non c’era nessuno nell’edificio, siamo arrivati dopo». Con dei post sui social gli attivisti hanno chiesto a tutti di riunirsi attorno all’ex cinema e alle 17 hanno organizzato un corteo: «Oggi stiamo insieme, alla giusta distanza, ma stiamo insieme».

Tutti stupiti

La stessa Raggi in passato ci è andata più volte, anche 2016, nel corso della campagna elettorale che l’ha portata a diventare sindaca. Lo dimostrano le foto che hanno circolato immediatamente per tutto il web.

Virginia Raggi al Nuovo cinema palazzo

Il vicepresidente del consiglio regionale, Devid Porrello dei Cinque stelle, in parte la difende: «Stiamo lavorando per dare il giusto a tutti, è chiaro che quando ci sono delle situazioni di illegalità è giusto agire». Per quanto riguarda il Nuovo cinema Palazzo «di pari passo c’è anche la questione sociale, l’argomento è sempre molto delicato». Comune e regione però, dice, erano al lavoro con la proprietà per cercare di intervenire: «Non so cosa abbia portato a fare questa scelta, in regione stavamo anche lavorando su come avallare questi comportamenti… non conosco bene cosa ha portato allo sgombero».

Il vicesindaco con delega alla crescita culturale, Luca Bergamo – del M5s ma dato in aperta opposizione a Raggi – la mattina stessa ha fatto un comunicato: «È una perdita di ricchezza per la comunità non essere riusciti a trovare una soluzione». Se per la sindaca ha vinto la legalità, per lui lo sgombero disposto dalla prefettura «mette in evidenza questo fallimento». Il comune, ha detto, adesso lavorerà per fare in modo che venga imposto un vincolo culturale, anche se l’edificio è di fatto tornato nella disponibilità della proprietà (la Domus Aurea spa del gruppo Paoletti arredamenti). Contattato, non ha voluto aggiungere altro.

Se nessuno ha potuto opporsi alle richieste dei proprietari, per il Pd, il gesto grave resta aver messo sullo stesso piano la struttura gestita dalla collettività e la sede di Forza nuova. Il consigliere comunale del Pd Giovanni Zannola ha detto: «Una cosa che non sta né in cielo né in terra». Il gruppo consiliare, dice, cercherà di capire come muoversi: «Anche se lo spazio di manovra è molto ristretto». Così per come è andata la vicenda, «lo sgombero dell’immobile occupato dai fascisti sembra fatto apposta per coprire quello di San Lorenzo, che ha avuto un importante rilievo sociale anche durante il Covid-19». Il tweet di Raggi, conclude, «grida vendetta. Dovrebbe vergognarsi di quello che ha scritto».

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