Eni attacca Report per l’intervista ad Antonio Tricarico di ReCommon, l’associazione ambientalista che svolge inchieste sul potere delle compagnie del comparto fossile, petrolio e gas. Questa sera andrà in onda su Rai3 la puntata sulla vicenda del giacimento  Opl245 che ha generato una importante inchiesta per corruzione internazionale presso la procura di Milano che poi si è conclusa con l’assoluzione di Eni e i suoi manager perché il fatto (cioè la corruzione) non sussiste.

Report offrirà una nuova interpretazione dei fatti a prescindere dall’assoluzione. Il direttore degli affari legali del Cane a sei zampe Stefano Speroni  ha inviato venerdì una mail per minacciare il programma: «ReCommon – si legge nel comunicato che ne ha dato notizia – reputa questo atto un grave attacco alla libertà di stampa da parte della più importante multinazionale italiana e chiede la solidarietà dei media e della società civile».

Video di Report

Il caso

I magistrati Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro della procura di Milano nel 2014 hanno aperto un fascicolo per corruzione con l’ipotesi che il miliardo di euro pagato dall’Eni per comprare i diritti di esplorazione del blocco petrolifero Opl 245 in Nigeria si fosse trasformato in una gigantesca tangente a politici nigeriani e non solo.

A marzo 2021 però il tribunale di Milano ha assolto tutti gli imputati. La procura di Brescia, come raccontato anche su Domani, ha aperto un fascicolo contro i due magistrati per un video che la sentenza di assoluzione considera utile per la difesa e che sarebbe stato tenuto nascosto dall’accusa per non compromettere l’impianto del processo. Ma l'Eni e gli avvocati dei dirigenti dell'Eni, si è chiesto Luca Chianca, autore del servizio di Report, erano o no a conoscenza di questo video?

L’e-mail dell’Eni

Di fronte alla pubblicità del nuovo servizio, l’avvocato Speroni dell’Eni ha inviato all’autore del programma, Sigfrido Ranucci, a Report e per conoscenza a Tricarico e ReCommon, una mail: «Egregi Signori – si legge -, dalle anticipazioni disponibili questa mattina, abbiamo preso nota che lunedì 13 dicembre 2021 intendete mandare in onda un vostro servizio sul noto tema del video del 28 luglio 2014, già oggetto di numerosi scambi di corrispondenza tra Eni, la vostra redazione e il dottor Ranucci personalmente».

In vista della messa in onda «rinnoviamo che venga data in tale sede piena e completa lettura e informazione sulla posizione espressa da Eni, unitamente ad una chiara informativa al telespettatore della disponibilità di tutta la documentazione rilevante disponibili sul sito Eni».
Speroni è poi passato all’intervento di Tricarico, ricordando che fu proprio lui a presentare gli esposti in procura a Milano che diedero avvio alle indagini. 

Partendo da queste considerazioni l’ufficio legale si spinge oltre: «Non si comprende pertanto la rilevanza, al di là della legittimazione, competenza o autorevolezza dell’interlocutore che Report intende assegnare ad Antonio Tricarico al punto da eleggerlo quale interlocutore di un servizio pubblico dei commenti rispetto alla reputazione di Eni, se non per danneggiarla senza legittimo motivo» e conclude con la minaccia: «Eni si riserva pertanto di agire in ogni sede a tutela della propria reputazione laddove ve ne fossero ulteriori riscontri ad esito della visione o nel caso della mancata integrale esposizione dei propri argomenti e documenti».

Il programma, che in passato ha già subito attacchi da Eni procederà: «Noi continuiamo intervistare chi riteniamo opportuno – replica Chianca -. Nessuno ci fa la scaletta, decidiamo noi lasciando le porte sempre aperte a chi vuole intervenire in trasmissione».

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