In Roma e Provincia, i carabinieri e i finanzieri di Roma hanno confiscato i beni di Gaetano Vitagliano, di Andrea Scanzani e di una terza persona erede di uno dei destinatari della confisca. L’azione è avvenuta su richiesta della Direzione  distrettuale antimafia, ed è una delle conseguenze dell’indagine “BABYLONIA”, conclusasi nel giugno 2017 con l’ordinanza di custodia  cautelare emessa a carico di 23 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di appartenere  a due distinte associazioni per delinquere finalizzate all’estorsione, usura, riciclaggio,  impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, fraudolento trasferimento di beni e valori.

L’operazione

L’operazione ha scoperto un gruppo guidato da Vitagliano, dedito al riciclaggio  e al reimpiego, in attività commerciali lecite e in beni immobili, di ingenti somme di  denaro provenienti dai traffici illeciti. Fondamentale era il ruolo dell’imprenditore Scanzani che ripuliva il denaro prima che fosse riutilizzato. Il gruppo era in contatto con l’organizzazione  criminale, radicata nell’area a Nord-Est di Roma capeggiata da Giuseppe Cellamare, deceduto nel 2017 e gravato  da precedenti per associazione mafiosa in quanto membro della “Sacra Corona  Unita”.

Le misure

Tra i beni oggetto di confisca figurano 52 società, venti imprese individuali, una quota  societaria, 34 immobili, sei autoveicoli, 19 rapporti finanziari e numerosi beni mobili quali  orologi e preziosi, per un valore complessivo stimato in circa 300 milioni di euro. Sono  ricompresi nella misura gli storici bar “MIZZICA!” di via di Catanzaro e di  Piazza Acilia, acquisiti dal gruppo VITAGLIANO, il locale “MACAO” di via del  Gazometro frequentato dai VIP della movida romana e la nota catena di bar “BABYLON  CAFE”, dalla quale l’indagine prende il nome.  

Per Vitagliano e Scanzani è anche stata disposta la misura di prevenzione  personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per anni tre nel comune di residenza.

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