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Riformatore delle finanze e accusato ingiustamente di abusi: il cardinale Pell al crocevia delle due piaghe della chiesa

Cardinal George Pell. Pope Francis during the holy mass of Pentecost Sunday at St Peter's square in Vatican. on 4 June 2017 Photo by: Stefano Spaziani/picture-alliance/dpa/AP Images
Cardinal George Pell. Pope Francis during the holy mass of Pentecost Sunday at St Peter's square in Vatican. on 4 June 2017 Photo by: Stefano Spaziani/picture-alliance/dpa/AP Images
  • Il cardinale australiano George Pell è morto nella serata del 10 gennaio all’età di 81 anni, a causa di alcune complicazioni cardiache sopraggiunte dopo una operazione all’anca, programmata da tempo.
  • La storia del cardinale è legata al tentativo di far emergere dall’opacità la gestione delle risorse economiche della Santa sede in un ruolo di primo piano che gli è stato più volte riconosciuto dal papa.
  • Ma la sua è anche la storia della più alta carica della chiesa cattolica sottoposta a processo per abusi sessuali. Il cardinale venne infatti condannato a 6 anni di carcere nel 2019 in Australia per il terribile reato di stupro di un minore; la sentenza venne infine completamente rovesciata nel terzo grado di giudizio dall’Alta corte australiana.

«Negli incontri pre conclave che precedettero l’elezione di papa Francesco ci fu un quasi unanime consenso fra i cardinali sulla necessità di riformare la e regolarizzare i mondi bancari della curia e del Vaticano». È quanto osservava il cardinale George Pell nel 2015 in una pubblicazione della Pontificia università urbaniana, descrivendo il clima nel quale avvenne l’elezione di Francesco. Il porporato australiano era, in quel momento, prefetto della segreteria per l’Economia, il nuovo dica

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