Nei giorni scorsi, al carcere di Rebibbia, sono entrati i finanzieri per sequestrare atti, documenti inerenti il grande affare del vitto e del sopravvitto, il cibo che viene consegnato ai detenuti e quello che i reclusi possono acquistare. 

Le fiamme gialle hanno eseguito accertamenti disposti dalla procura della repubblica di Roma che indaga per riscontrare irregolarità a partire dall’esposto della garante dei detenuti di Roma, Gabriella Stramaccioni. «Ho presentato una denuncia circa un anno e mezzo fa in cui segnalavo la qualità del vitto che veniva distribuito nei quattro istituti di Rebibbia e il prezzo del sopravvitto, il cibo che i detenuti acquistano a loro spese, con prezzi fuori mercato e scadenti. Ho denunciato l'anomalia che fosse la stessa ditta (Ventura, ndr) a gestire sia il vitto che il sopravvitto», ha detto Stramaccioni.

Una garante in proroga dal maggio scorso, da più parti arrivano appelli per la sua riconferma, ma c’è chi teme possa finire sacrificata nella girandola di nomine targate Pd.

Garante ficcanaso

Stramaccioni, negli ultimi cinque anni, è diventata un riferimento per il mondo del carcere sollevando lo scandalo del vitto e del sopravvitto, con il primo troppo scadente e il secondo troppo caro, provocando gli interventi della giustizia amministrativa e contabile prima di quella penale.

La garante ha seguito la condizione femminile all’interno degli istituti di pena, all’inizio del mandato il nido di Rebibbia contava 18 bambini con mamme, ora ce ne sono zero grazie alle pressioni per l’attivazione delle misure alternative.

Non ha trascurato neanche il centro per il rimpatrio di Ponte Galeria inviando continue segnalazioni alla prefettura, la sua riconferma trova la migliore motivazione nel lavoro fatto e raccoglie il sostegno di attivisti, associazioni e anche della politica.

Il M5s e la lista civica Raggi hanno attaccato il Pd: «Non intende mollare di un millimetro i suoi feudi con i propri vassalli che vanno accontentati, con buona pace del servizio. Evidentemente il curriculum fitto di esperienza - fra cui i 18 anni trascorsi a Libera, l'organizzazione antimafia di Don Ciotti - l'impegno e l'ascolto nei confronti dei più umili e diseredati non sono bastati a tenere al riparo Stramaccioni dalla furia iconoclasta in salsa dem».

Anche il garante nazionale dei detenuti, Mauro Palma, esprime la sua preoccupazione. «Io non entro nelle vicende di nomina, ma stiamo molto attenti perché questi incarichi non devono rispondere ad aree politiche, ma ad una effettiva esperienza rispetto a un mondo molto complesso che necessita di figure svincolate da appartenenze e vicinanze», dice Palma.

La stessa garante, nei giorni scorsi, ha affidato ai social una riflessione che suona come un saluto: «La nomina del nuovo Garante verrà decisa dall'Assemblea Capitolina nei prossimi giorni, ma da indiscrezioni di queste ore pare certa la mia non riconferma. Mi auguro che solo che i consiglieri valutino i curricula e le relative competenze/esperienze che abbiamo presentato per partecipare all'avviso pubblico».

Il mandato di Stramaccioni è scaduto a fine maggio, da allora è in proroga. Dopo l’approvazione del nuovo regolamento è stato bandito un concorso pubblico al quale hanno partecipato dieci candidati, il consiglio comunale dovrà scegliere la nuova garante valutando il curriculum di ogni partecipante, profili che non sono stati pubblicati sul sito del comune. 

Valentina Calderone, collaboratrice dell’ex senatore Pd, Luigi Manconi, è il nome più accreditato dalle cronache locali per il dopo Stramaccioni, ma gli interventi di opposizione e associazionismo hanno riaperto un discorso che sembrava già chiuso.

Il Pd: «Nessuna spartizione»

«Stiamo analizzando tutti i profili, quando saremo pronti sceglieremo il nuovo garante in consiglio comunale, ci vorranno i due terzi dei consiglieri e quindi dovrà essere una figura di equilibrio e garanzia», dice Valeria Baglio, capogruppo del Pd in consiglio comunale a Roma. Ma c’è il rischio che la nomina finisca nella girandola di nomine targate Pd? «Assolutamente no, nessuna spartizione, siamo persone serie e sceglieremo la figura migliore per ricoprire quel ruolo coinvolgendo anche le opposizioni per una posizione unitaria», rassicura Baglio. 

«Al momento nessuno ci ha coinvolti, comunque la nostra candidata è Gabriella Stramaccioni perché i risultati del suo lavoro sono sotto gli occhi di tutti, soprattutto dei detenuti che la stimano e la apprezzano», dice Virginia Raggi, ex sindaca di Roma, che ha nominato la garante cinque anni fa. Ora si attende la decisione del consiglio comunale che potrebbe slittare a dopo le regionali in tempo utile per capire eletti e sconfitti della tornata elettorale. 

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