Esclusivo: il pestaggio in carcere

Parla l’agente imputato: «Non siamo tutti uguali, il ministero ha salvato alcuni superiori»

  • «Non rimanga sorpreso se chi le scrive è uno degli agenti della polizia penitenziaria imputato per i fatti del 6 aprile 2020 nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere».
  • Inizia così la lettera di un poliziotto penitenziario, del quale non riveleremo l'identità, che ha deciso di raccontare la sua storia e i fatti accaduti in quella giornata buia per la democrazia.
  • «Io e altri 14 agenti non siamo stati raggiunti da misure cautelari e siamo stati sospesi dal ministero mentre ci sono dirigenti mai sospesi che sono stati anche destinatari di nuovi incarichi e che rispondono di decine di capi di imputazione», dice il poliziotto.

«Non rimanga sorpreso se chi le scrive è uno degli agenti della polizia penitenziaria imputato per i fatti del 6 aprile 2020 nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere». Inizia così la lettera di un poliziotto penitenziario, del quale non riveleremo l’identità, che ha deciso di raccontare la sua storia e i fatti accaduti in quella giornata buia per la democrazia. In piena emergenza pandemica, il 6 aprile 2020, 283 agenti della polizia penitenziaria sono entrati all’interno dell’isti

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