Niente. Ecco cosa succede nel 2021 a un professore universitario che si masturba durante una sessione d’esami davanti a studentesse e studenti. Nessun provvedimento formale, nessuna sospensione, nessuna ammenda. Basta una lettera di scuse, nulla più. Lascia basiti, perché accade nell’ateneo più grande d’Europa, l’università La Sapienza di Roma. Ma soprattutto perché chi avrebbe dovuto garantire agli sfortunati testimoni una forte presa di posizione è la sua prima rettrice in oltre 700 anni di storia, Antonella Polimeni. A distanza di sei mesi, nessun provvedimento disciplinare è stato preso, se non un richiamo verbale, nonostante le richieste di chi ha assistito a quel gesto, e la nomina di una consigliera ad hoc, che per mesi è stata Simonetta Matone, oggi candidata prosindaca per il centrodestra, che però non ha mai esercitato il suo ruolo nella pratica.

Momento di pausa

Dopo la denuncia al garante di Ateneo, il professor Giuseppe Familiari, e alla presidente del Comitato unico di garanzia, la professoressa Giuliana Scognamiglio, studentesse e studenti sono rimasti delusi dai mancati provvedimenti contro il docente che dicono abbia iniziato a masturbarsi nel corso di un esame orale in videoconferenza, che si è tenuto lo scorso 8 febbraio.

Alla lettera di protesta è stato allegato anche un video, che permetteva ai garanti di farsi un’idea della gravità dell’accaduto. Il docente però, a quanto risulta, è stato solo «adeguatamente redarguito» e gli è bastato mandare una lettera di scuse al preside della facoltà: «Purtroppo l’incidente è frutto della stanchezza causata dagli esami online», ha scritto, «doveva essere un momento di pausa, ma purtroppo non mi sono accorto che la videocamera fosse rimasta aperta».

«Una vera molestia»

Agli studenti queste parole non sono bastate. Così dopo un mese, a inizio marzo, hanno deciso di scrivere una lettera alla rettrice Polimeni, per ribadire la richiesta di provvedimenti per un atto percepito da molti di loro «come vera e propria molestia». «Lasciare che un caso simile si assolva con un mero ammonimento verbale – scrivono i ragazzi – è una mancanza di considerazione per tutte le studentesse e gli studenti che durante lo svolgimento delle prove orali, con un atto simile, sono stati del tutto mancati di rispetto nei confronti dell’impegno e della serietà con cui stavano affrontando la prova d’esame». L’ultima risposta che hanno ricevuto è datata 10 aprile: il professor Familiari, garante di ateneo, scrive che «della vicenda se ne sta occupando il delegato della rettrice per i provvedimenti disciplinari». Da allora però, niente è cambiato: il professore ha continuato a insegnare nei suoi corsi e a svolgere gli esami, come se nulla fosse.

Tutto tace

Ormai sono passati più di quattro mesi dal sollecito degli studenti alla rettrice, che ancora non ha trovato il tempo di rispondere loro nonostante la gravità dell’accaduto. Domani ha parlato con il professor Riccardo Faccini, preside della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, che ha voluto sottolineare che l’università è in prima linea contro ogni tipo di molestia, violenza e discriminazione, ma che nel caso specifico del professore che si è masturbato durante l’esame si è proceduto con una censura perché «nei video si vedevano atti poco chiari e il provvedimento è stato preso perché si vede solamente lui che si sistema i pantaloni». Non ha saputo spiegare perché non siano stati ascoltati i testimoni della faccenda e ha aggiunto che «gli organi di garanzia hanno fatto una valutazione solo sulle prove che gli erano state fornite».

Il cambio di passo

Eppure la rettrice si è dimostrata da subito molto sensibile alle tematiche di genere e alla lotta alle molestie sessuale. Antonella Polimeni, già preside della Facoltà di Medicina e odontoiatria, il 13 novembre 2020 ha preso la guida dell’ateneo romano al posto di Eugenio Gaudio. La sua nomina avrebbe dovuto segnare un cambio di passo: Gaudio in passato si era fatto notare per la sua partecipazione come giudice a miss Università, rivendicata con tanto di risposte piccate a chi chiedeva le sue scuse per aver passato la serata ad alzare le palette di fronte a studentesse in costume.

Nel suo programma, Polimeni aveva espresso l’intenzione di prevenire comportamenti molesti e violenti: «Particolare attenzione va accordata al tema delle disuguaglianze di genere. È necessario ridurre gli ostacoli alla parità di genere, valorizzando la partecipazione delle donne e promuovendo il successo femminile». Per questo «il manager della Diversità dovrebbe realizzare azioni di prevenzione delle molestie/discriminazioni di genere (espresse in forma fisica, verbale o non verbale)».

Polimeni, dopo aver aggiornato il Codice di condotta nella lotta contro le molestie sessuali de La Sapienza, ha istituito la figura del consigliera di fiducia «per sostenere ogni persona vittima di molestie sessuali». Così il 10 marzo 2021 ha nominato Matone. I collettivi universitari hanno criticato la scelta e hanno accusato la consigliera di essere omofoba. Matone ha firmato una lettera pubblicata a fine gennaio 2016 dal Centro studi Rosario Livatino, in cui si legge che il ddl Cirinnà sulle unioni civili «moltiplicherebbe mortificazione e danni, anzitutto alle donne e ai bambini».

Un’accusa a cui il Centro studi ha risposto dicendo che la posizione di «intolleranza» delle associazioni era «un acconto sul Ddl Zan».

Questo fatto però non ha fatto vacillare Polimeni: si attendeva il parere del Consiglio superiore della magistratura perché Matone cominciasse a operare. A giugno il collettivo Link, dopo che si è aggiunta la candidatura a prosindaca di Roma in ticket con Enrico Michetti, ha chiesto ancora una volta le sue dimissioni. Alla fine il Csm ha negato il nulla osta.

La nuova nomina è arrivata solo a inizio luglio: Giorgia Ortu La Barbera, psicologa impegnata sulle differenze all’interno dei contesti organizzativi e di inclusione delle diversità. Un’attesa di mesi, che però si è conclusa.

Mentre gli studenti che hanno denunciato il professore che si è masturbato durante un esame ancora aspettano.

 

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