La nota del ministro dell’Istruzione non punisce gli studenti, ma limita la libertà dei docenti: un’ingerenza senza precedenti, accolta con entusiasmo da chi dovrebbe difendere la scuola come luogo di crescita, ricerca e libertà
Non è vero che oggi agli insegnanti venga chiesto di essere psicologi, giullari, burocrati o terapeuti. A un docente si chiede di lavorare dentro una comunità educativa, sapendo che l’apprendimento non è mai un atto isolato ma nasce da relazioni, da percorsi costruiti insieme. In questo orizzonte, i divieti possono avere un senso. Vietare, quando nasce dentro una relazione educativa, significa stabilire un limite chiaro, argomentato e spiegato: un passaggio che diventa esso stesso educativo. È i


