La pronuncia della Corte dell’Ue

La sentenza storica sul caso Kinsa: la solidarietà non è reato, svelata l’ipocrisia delle leggi sull’immigrazione

Per la giustizia italiana O. B. era una trafficante di esseri umani. Aveva usato documenti falsi per mettere in salvo sua figlia e sua nipote, fuggendo dalla Repubblica Democratica del Congo, dove era stata minacciata di morte. Il reato contestato è favoreggiamento dell’immigrazione. Dopo sei anni la Corte le dà ragione

Il 3 giugno 2025 la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha pronunciato una sentenza destinata a fare scuola: aiutare un minore affidato alla propria tutela a entrare nell'Unione europea per chiedere protezione internazionale non costituisce favoreggiamento dell'immigrazione illegale. Lo ha stabilito la Corte nella causa C-460/23 Kinsa, che nasce da una vicenda cominciata quasi sei anni fa all’aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna. Il 27 agosto 2019, su un volo Royal Air Maroc proveniente da

Per continuare a leggere questo articolo