Alla fine della primavera staremo meglio. Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza rispondendo questo pomeriggio a Domenica In intervistato da Mara Venier. «Questo è un momento ancora difficile, dobbiamo tenere tutte le precauzioni ma con il passare delle settimane e l'aumentare del numero delle persone che avranno fatto il vaccino la situazione andrà a migliorare. Sono convinto che già alla fine della primavera e già nel corso dell'estate vedremo un miglioramento molto significativo».

Le restrizioni dunque si allenteranno: «Faremo un’estate diversa rispetto a queste giornate ancora piene di pesanti restrizioni. Poi servirà gradualità - sottolinea - non ci sarà un “giorno x” in cui tutto scompare, avremo bisogno - ribadisce - di gradualità. Noi stiamo correndo il più possibile sulle vaccinazioni a chi ha più di 80 anni, e ricordo che sei persone su dieci che hanno perso la vita avevano più di 80 anni». La conduttrice lo ha ringraziato: «Le sue parole sono un’inezione di speranza».

Sul caso AstraZeneca ha ribadito che lo stop è stato solo di natura precauzionale e adesso «gli italiani stanno rispondendo bene». Come il presidente del consiglio, Mario Draghi, anche lui si è detto pronto a vaccinarsi quando sarà il suo turno: «Chiaramente io sono disponibile in qualsiasi momento, aspetterò il mio turno per vaccinarmi e sarò prontissimo a fare il vaccino AstraZeneca».

Meno contagi

Il vaccino comincia funzionare non solo sul fronte letalità, ma anche nel rallentamento del contagio. Il nuovo coordinatore del comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli, lo ha detto rispondendo meno di un’ora dopo il ministro a Mezz’Ora in più sempre alla Rai, ma sulla terza rete: «Abbiamo due dati che sono stati evidenziati dai colleghi dell’Istituto superiore di sanità, il numero degli infettati nella popolazione degli operatori sanitari è declinato in maniera molto marcata e anche quello degli infettati nelle strutture residenziali assistite», non solo: «Cominciamo a vedere questo calo anche nella popolazione degli ultra 80enni, siamo riusciti a coprire ad oggi con la prima dose vaccinale circa il 44 per cento di questa fascia anagrafica. Incrementata, invece, la fascia 70-79 anni, pure questa connotata da un fascio di letalità non banale».

Nella scorsa settimana le cronache sono state occupate però dalla sospensione della somministrazione del vaccino AstraZeneca. Locatelli ha ribadito che la scelta è stata positiva: «Credo che la sospensione del blocco AstraZeneca in Germania e poi in altri paesi debba essere letta in un senso valorizzante come strumento protettivo improntato alla massima cautela». Quando ci sono dei segnali «è importante che le strutture preposte alla farmaco-vigilanza e alla farmaco-sorveglianza li intercettino: fermarsi per approfondirli e per fare poi una valutazione è una dimostrazione di rispetto del profilo di sicurezza dei vaccino». Nello specifico, il vaccino AstraZeneca «è sicuro, non c'è nessun motivo per avere riluttanze o diffidenze rispetto a farsi vaccinare».

La salute prima di tutto

La circolazione virale ha detto il medico, è ancora molto alta: «ovviamente tutti auspicavamo di non trovarci di fronte a una terza ondata, ma il ruolo delle varianti connotate da una maggiore capacità di diffusione ha cambiato in qualche misura scenario. La circolazione virale è ancora decisamente molto alta, ma abbiamo anche chiari segnali che c'è un rallentamento della velocità».

«Il Comitato tecnico scientifico è cambiato perché sono cambiati i contesti e le esigenze, il precedente Cts ha avuto il merito enorme di lavorare in una situazione emergenziale affrontando una pandemia che nelle prime fasi offriva uno scenario completamente ignoto». Sui lockdown e le misure messe in campo «Da medico dico che la salute viene prima di tutto e senza la salute non riparte nemmeno l'economia».

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