- In arrivo a Tokyo Meo Sacchetti, ex bandiera di Torino e Varese e coach della nazionale di basket italiana, ha fatto sapere la sua sul peso dei Giochi.
- Eppure il dibattito resiste e, se si vuole provare a inquadrarlo, è utile accantonare la retorica d’accatto che racconta di un mondo diviso da un guado di moralità: di qua i buoni, i cresciuti nei valori sani, quelli che sentono la chiamata della patria come irrinunciabile servizio in nome di un bene superiore e accantonano orgogliosamente ogni altra priorità.
- Sull’altra sponda, i cattivi. Come il tennista Jannik Sinner, che per ragioni tecniche ha deciso di starsene a casa.
Era solo questione di quando e di chi. In arrivo a Tokyo Meo Sacchetti, ex bandiera di Torino e Varese e coach della nazionale di basket italiana, ha fatto sapere la sua sul peso dei Giochi: «L’Italia di calcio ha vinto l’Europeo e siamo tutti contenti. Io, da giocatore, avevo vinto medaglie agli Europei ma, quando ho giocato l’Olimpiade di Mosca, per me è valso molto di più». La cantilena trita sul posto giusto da dare alle Olimpiadi nell’album di famiglia è l’appuntamento fisso di ciascun qua



