L’imprenditore Francesco Polidori, lo scorso luglio, ha acquisito l’università telematica Link Campus, creatura dell’ex ministro Vincenzo Scotti, quest’ultimo totalmente estraneo alle indagini. Polidori ora deve abbandonare i suoi sogni di espansione e fare i conti con l’inchiesta della procura di Roma che lo vede indagato per bancarotta fraudolenta, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Avrebbe omesso di pagare le imposte per oltre due decenni e condotto al fallimento due società. «Una programmata e reiterata scelta di non onorare il pagamento al fisco», scrive il giudice Ezio Damizia che ha disposto i domiciliari per l’imprenditore evidenziando un passivo di circa 180 milioni di euro, di questi 140 di debiti con il fisco.

Secondo la ricostruzione investigativa del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza, Polidori avrebbe omesso il pagamento delle imposte e causato il fallimento di due società: la Scil (già Cepu srl) e la Cesd.

Nel primo caso è stato sottratto all’azienda fallita il famoso marchio Cepu, insieme ad altri beni, in favore di una nuova società, la Cesd, sempre gestita da Polidori. Il sistema delle scatole cinese è semplice: si crea una società, si carica di debiti, soprattutto con il fisco e si conduce al fallimento trasferendo i beni a un’altra sigla.

L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Rodolfo Sabelli, ricostruisce i passaggi che hanno condotto al fallimento delle due società, definite «bare fiscale». Per Polidori sono scattati gli arresti domiciliari, per Luigi Piccotti, suo collaboratore, è scattato il divieto temporaneo a ricoprire uffici direttivi in imprese. L’indagine coinvolge anche Franco Bernasconi, Marco Margarita, Gianluca Polidori, Gian Carlo Luigi, indagati, a vario titolo, per bancarotta fraudolenta, auto-riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

I finanzieri hanno scoperto che gli indagati hanno ideato e realizzato una serie di complesse operazioni societarie, commerciali e finanziarie per realizzare il loro piano.

A partire dalla creazione di una società fiduciaria in Lussemburgo, intestata a terzi ma, di fatto, riconducibile agli indagati, mediante la quale è stata dissimulata la reale proprietà dei beni immobili e marchi, sottratti alle imprese fallite e fatti confluire in un’ulteriore società creata appositamente, oggi sottoposta a sequestro.

L’altro meccanismo, scoperto dalle fiamme gialle, è stato quello di distrarre ingenti risorse finanziarie destinate a società controllate oltre alla concessione di plurimi finanziamenti e prestiti a Polidori, a suoi familiari ed a persone a lui vicine, nella realtà mai restituiti. Sono finite sotto sequestro le quote societarie della Studium srl e immobili, come quello che ospita la sede di E-campus, per un valore complessivo di circa 28 milioni di euro. 

«Vi è dunque una continuità dell’azione criminosa che ha comportato la sottrazione all’erario di ingenti imposte dirette e indirette mediante la costituzione nel tempo di sempre nuovi contenitori giuridici», scrive il giudice. Le indagini delle fiamme gialle «evidenziano l’esistenza di un gruppo imprenditoriale in continua apparente evoluzione, sostanzialmente sempre facente capo a Francesco Polidori e discendenti, nel cui ambito sono state realizzate tutte le operazioni societarie e finanziarie contestate, con lo scopo di sottrarre al recupero erariale e alle società insolventi tutti gli asset potenzialmente produttivi di reddito».

L’inchiesta attribuisce le società a mister Cepu, Francesco Polidori, un dato che emerge dalle relazioni dei consulenti, ma anche dalle intercettazioni. «Comandante, capo», così si rivolge Piccotti a Polidori prima di informalo sulle attività delle società, pagamenti, conti mentre mister Cepu si interessa dell’apertura di nuove sedi a Napoli.  

Per il giudice: «La volontà di sottrarre le proprie aziende al pagamento di ogni tributo in modo costante e continuativo si desume chiaramente dal complessivo modus operandi». Il fisco non incassava un euro, ma la società si affidava a volti noti dello sport, come Alessandro Del Piero e Cristiano Ronaldo, per promuovere il marchio Cepu. «Ti aspetto, scegli il meglio, scegli E-campus», dice Ronaldo nello spot. Il meglio tranne per il fisco. 

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