Comunità, appartenenza, orgoglio. Sono questi i cardini della Taulantet, squadra dilettante umbra composta da soli giocatori albanesi – unica in Italia tra quelle iscritte alla Figc – che, sotto la guida dell’aretino (per la precisione di Castiglion Fiorentino) Roberto Gallastroni, discepolo di Corrado Viciani, ha conquistato la promozione in Prima categoria.

«La mia avventura è iniziata il 4 dicembre scorso – racconta Gallastroni, docente di Scienze motorie e sportive in pensione e con un Master Uefa A a Coverciano –, quando sono subentrato a meno otto dalla prima in classifica. Il presidente voleva vincere e da subito ho percepito che non si trattava solo di calcio e che questa non era una squadra qualsiasi, e adesso per me è come una seconda famiglia».

Il nome del club richiama quello dei Taulanti, una delle principali tribù illiriche, stanziate nella costa adriatica dell’Illiria – nelle regioni dell’odierna Albania –, tra il fiume Vojussa a sud e la città di Epidamnos (l’attuale Durazzo) a nord. Ma l’intuizione porta il nome di Bati Hoxa e Ilirian Skenderas che nel 2012 hanno fondato la squadra, maglia rossonera come i colori della bandiera albanese, capace di catalizzare tutti i talenti connazionali intorno a questa realtà, calciatori che avrebbero potuto aspirare a categorie superiori ma che hanno scelto l’appartenenza, e dopo alcune stagioni nella Uisp due anni fa è arrivato lo sbarco in Figc e adesso questa storica promozione, sotto la presidenza dell’imprenditore edile Artan Zogu.

FOTO ROBERTO SETTONCE

Acqua, fango e gelo

Ponte Valleceppi è una frazione del Comune di Perugia – anche se la sede del club è a Bastia Umbra –, ed è lì, sulle rive del Tevere, che Gallastroni è riuscito, allenamento dopo allenamento, a costruire una squadra, tra difficoltà logistiche e organizzative: «Allenamenti due volte la settimana e poi la partita. Sono arrivato sempre due ore prima per fare delle passeggiate lungo il fiume, poi alle 20.30 usciva la squadra locale – che milita nell’Eccellenza umbra – ed entravamo noi, tra acqua, fango e gelo. Prima avevo allenato ad Assisi, in Eccellenza, durante la pandemia, ma questa esperienza mi ha ringiovanito. L’ultimo mese è stato difficile perché i ragazzi che vestono la maglia del Taulantet lo fanno solo per passione e, tra impegni e lavoro, spesso non eravamo nemmeno in undici ad allenarsi, però, poi, in campo hanno dato il massimo, fino alla finale playoff vinta 2-1 contro la Virtus Foligno ai tempi supplementari».

Quello tra Roberto Gallastroni, classe ’53, e la comunità albanese dell’Umbria è stato un incontro di uomini che si sono capiti e che, più che un progetto, hanno abbracciato un sogno, non solo quello di vincere un campionato, ma, soprattutto, di abbattere i pregiudizi e mostrare con orgoglio la propria appartenenza: «Sugli spalti la finale è stata seguita da centinaia di persone che sventolavano la bandiera albanese e quella italiana, c’era anche il sindaco di Bastia Umbra, e alla fine la festa è stata bellissima, in perfetto stile albanese. Anche dopo ogni allenamento i ragazzi mangiavano e bevevano, ma se io mi sono mantenuto in forma fino ai 72 anni è merito di un altro tipo di dieta», dice sorridendo il “Galla”, come era stato soprannominato ai tempi in cui vinceva campionati e coppe sulle panchine toscane.

Roberto al Taulantet ha portato regole, disciplina e sagacia tattica, insieme con un pizzico di psicologia per tenere uno spogliatoio con personalità forti. La comunità albanese, di contro, ha trasmesso a Gallastroni l’integrazione che uno sport come il calcio porta con sé, quella capacità di comunicare ed entrare nel cuore di un esperanto comune, parlato rincorrendo un pallone.

«È stata un’esperienza meravigliosa e il merito è tutto dei ragazzi, ma anche della mia famiglia, compresi i genitori che non ci sono più, e di un pizzico di fortuna. A breve il presidente verrà a trovarmi e andremo a cena insieme per parlare del futuro». Comunità, appartenenza, orgoglio, lì, tra Bastia Umbra e Ponte Valleceppi, nuova provincia di Durazzo, dove l’aquila ha trovato il suo nuovo nido.

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