Sono passati cinque anni da quel 24 agosto 2016, quando un terremoto di magnitudo 6.0 ha colpito il centro Italia, alle 3.36, devastando il borgo di Amatrice e altri 140 comuni e coinvolgendo 600mila persone. Il sisma ha causato 303 vittime. Di queste 299 sono morte sotto le macerie nella notte. 388 i feriti e 41mila circa gli sfollati, di quattro diverse regioni: Abruzzo, Umbria, Lazio, Marche. 

«La ricostruzione prosegue, i segnali sono positivi, ma rimane ancora molto lavoro da fare». Così il Commissario straordinario per la ricostruzione post sisma 2016 Giovanni Legnini durante la presentazione del terzo rapporto sulla ricostruzione nel centro Italia. Legnini spiega che vengono rispettate le caratteristiche della città e quelle del territorio, costruendo però edifici sicuri. «In alcune situazioni», spiega il commissario, «è probabile che non si potrà ricostruire: alcuni studi di microzonazione sono conclusi e Arquata e Pescara del Tronto vedranno delle ricostruzioni ma solo in parte per l'esistenza delle faglie. Ci sono anche studi per il dissesto idrogeologico che ci diranno se aggiungere altre opere di mitigazione al fine della ricostruzione nei punti più a rischio».

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza offrirà i fondi anche per la ricostruzione, assicurando un programma finanziario e un programma di sviluppo. Legnini spiega che sarà messo a disposizione un miliardo di euro, finanziamenti che verranno gestiti con i sindaci dei comuni interessati. I cantieri aperti nel borgo di Amatrice sono circa duecento, ma la ricostruzione pubblica prosegue più lentamente rispetto a quella privata. Sono 12mila le famiglie a cui è stata consegnata un’abitazione e altri 13mila alloggi sono in fase di recupero.

Nel rapporto si spiega inoltre che sono stati rafforzati i presidi di legalità, per contrastare il lavoro nero e le infiltrazioni della criminalità nelle operazioni di ricostruzione, attraverso protocolli tra prefetture, imprese e sindacati.

I finanziamenti

Dopo il sisma sono stati dichiarati inagibili 80mila edifici. Le richieste di contributo presentate dai privati, al 30 giugno 2021, sono 20.669, per la maggior parte provenienti dalle Marche, la regione più colpita, a seguire Abruzzo, Umbria e Lazio. Circa la metà sono state accolte, 10.263.

La spesa effettivamente erogata dal commissario per la ricostruzione pubblica è aumentata in un anno di circa 150 milioni di euro. Da 266,5 milioni è cresciuta a 410 milioni di euro, tra la fine del 2020 e fine giugno 2021.

Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia

«È importante ricordare i terremoti perché il nostro cervello tende invece a voler rimuovere il ricordo delle tragedie», dice Carlo Doglioni, presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), «mentre invece la memoria di questi eventi terribili ci aiuta a porre in essere tutte le possibili strategie difensive dagli eventi futuri che inevitabilmente torneranno». Doglioni precisa che gli elementi fondamentali per affrontare i terremoti sono due: da un lato, promuovere la cultura della prevenzione e, dall’altro, migliorare le conoscenze scientifiche. L’intelligenza artificiale e l’utilizzo efficienti di sistemi di calcolo potenziano le reti di monitoraggio, permettendo di ottenere stime più affidabili.

«Non siamo in grado di prevedere dove e quando sarà il prossimo evento sismico per la sola ragione che ancora non conosciamo sufficientemente tutti i parametri e le condizioni fisiche che portano all'enucleazione di un terremoto. Sappiamo, però, che questo obiettivo è possibile: si tratta di studiare e misurare capillarmente tutto quello che la Terra ci permette di misurare: variazioni della sismicità, delle falde acquifere, delle modificazioni nel sottosuolo della velocità delle onde sismiche, delle variazioni delle velocità tra le stazioni GPS e altro ancora», spiega il presidente dell’Ingv.

Terremoti in Italia

In media si registrano nel paese da 20 a 25 terremoti distruttivi al secolo e, secondo le statistiche, ogni 4 o 5 anni ci si può attendere un evento devastante. 

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