Un’altra prova risale in superficie dopo più di cinquant’anni. Con una foto pubblicata sul profilo Instagram, Reinhold Messner ha comunicato che il secondo scarpone di suo fratello minore, Günther, è stato ritrovato sul Nanga Parbat, ai piedi del ghiacciaio del Diamir. Un’ulteriore conferma che mette fine alla polemica sulla spedizione del 1970. Alla Bild Reinhold ha detto di essere contento «che pezzo per pezzo la storia viene ricostruita. Sono contento che gli abitanti del luogo abbiano trovato lo scarpone dopo così tanto tempo. Era esattamente dove mi aspettavo che fosse». 

  • I due fratelli, nel 1970, avevano affrontato la scalata dell’inviolata parete Rupal del Nanga Parbat, la nona montagna più alta del mondo, massiccio dell’Himalaya. La spedizione austriaca fu organizzata da Karl Maria Herrligkoffer. Reinhold e Gunther raggiunsero la vetta il 27 giugno di quell’anno e il giorno successivo decisero di scendere per il versante Diamir. Ma Gunther morì, travolto da una valanga, e Reinhold arrivò a valle sei giorni dopo, quando era ormai creduto morto, con congelamenti ai piedi e alle mani.
  • Durante gli anni successivi, Reinhold venne accusato di aver abbandonato il fratello minore in cima al Nanga Parbat, quindi prima di cominciare la discesa, perché desideroso di essere il primo ad attraversare il versante Diamir. Herrligkoffer accusò Reinhold di aver lasciato Günther, affaticato e in condizioni precarie, sulla parete Rupal prima dell’arrivo in vetta. Mentre anche gli altri due componenti della spedizione, Max von Kienlin e Hans Saler, in un libro affermarono che Reinhold avesse fatto scendere il fratello per la parete Rupal per calarsi lui in solitaria per il Diamir.

  • Reinhold invece raccontò di aver cercato il fratello per tre giorni prima di scendere a fatica a valle. Organizzò nel 1971 una spedizione per cercare i resti del fratello, senza però riuscire nell’intento. Solo nel 2000, alla base della parete Diamir, venne trovato un osso umano in uno scarpone, che grazie alle analisi del Dna fu associato a Günther. L’intero corpo dello scalatore fu ritrovato nel 2005, sulla parete Diamir, a circa 4.600 metri di quota, confermando di fatto la versione di Reinhold. La famiglia ha fatto cremare i resti e li ha sparsi ai piedi del Nanga Parbat. «Quel fatto e anche l’ultima scoperta ci hanno aiutato a dirgli addio» ha detto Reinhold. Nel 2010 uscì anche un film sulla spedizione finita in tragedia.

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