Le indagini sono partite dal Ponte Morandi e sono arrivate a scoprire che nemmeno le barriere anti rumore delle autostrade erano in regola: l’11 novembre tre tra top manager e ex top manager di Autostrade per l’Italia sono finiti agli arresti domiciliari, tra loro ci sono l’ex amministratore delegato Giovanni Castellucci, l’ex responsabile manutenzioni di Autostrade per l'Italia Michele Donferri Mitelli e Paolo Berti, direttore centrale operativo del gruppo.

Per altri tre manager, invece, sono state disposte misure interdittive. Tra loro anche Stefano Marigliani, responsabile del tronco autostradale di Genova all'epoca del crollo del ponte Morandi. 

La procura di Genova indaga per attentato alla pubblica sicurezza e frode in forniture pubbliche. L’operazione è stata condotta dalla guardia di finanza. I magistrati hanno chiesto le misure cautelari dopo un’indagine avviata un anno fa. 

Rischi di cedimento

Gli inquirenti hanno analizzato documenti, sentito testimoni, verificato le perizie e hanno raccolto indizi di prova che fanno ipotizzare che i manager fossero consapevoli della pericolosità delle barriere e dei rischi di cedimento. Secondo le indagini ne conoscevano i difetti di fabbricazione e anche l’utilizzo di materiale non adeguato per il loro ancoraggio a terra. Ma hanno anche deciso di non procedere alla sostituzione e alla messa in sicurezza, cercando di trovare «accorgimenti temporanei e non risolutivi». 

Convenzione non rispettata

L’adeguamento delle barriere dal punto di vista acustico era prevista dalla convenzione tra Aspi e lo Stato, ancora una volta non rispettata. E nemmeno è stata comunicata la condizione delle barriere all’organo di vigilanza che sarebbe il ministero dei Trasporti. Da qui l’accusa di frode nei confronti dello Stato. 

La gravità degli indizi raccolti finora hanno convinto il giudice per le indagini preliminari ad autorizzare le misure cautelari.

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