Nella notte fra sabato 14 e domenica 15 giugno prende il via la prima edizione del nuovo torneo pensato dalla FIFA, una Champions League su scala intercontinentale con un montepremi da un miliardo. Un evento che anticipa i Mondiali per nazionali dell’estate 2026 e i Giochi di Los Angeles 2028. Tra i muri alzati da Trump per i cittadini di 19 paesi e le città in rivolta contro le misure anti-immigrazione
Born in the Usa, che fortuna. Ma per lo sport si può anche fare un’eccezione. Mentre si aprono le porte alla Coppa del Mondo per club a 32 squadre (al via il 14 giugno), il presidente Donald Trump chiude a tutto il resto. Furono i muri durante il primo mandato, oggi è il travel ban. Ehi, dico a te: non ti vogliamo. A meno di non essere un calciatore, un allenatore o un dirigente. Un congiunto è la concessione massima. La norma è contenuta nella sezione 4 del nuovo ordine esecutivo firmato da Trump: «Qualsiasi atleta o membro di una squadra sportiva, compresi allenatori, personale di supporto e familiari immediati, in viaggio per Mondiali, Olimpiadi o altri eventi sportivi principali» non sarà soggetto alle restrizioni.
Non proprio un sacrificio ideologico, ma una clausola che puzza di business. È la politica che ha imposto restrizioni assolute ai cittadini di 12 Paesi che entrano negli Stati Uniti, oltre a limitazioni parziali per altri 7, nell’ambito di una stretta sull'immigrazione che, a detta di Trump, è necessaria per fronteggiare le minacce alla sicurezza. Il Mondiale per Club sarà un esperimento in vista di altri due eventi formato gigante in programma nei prossimi tre anni: Mondiale 2026 e Olimpiadi 2028.
La FIFA e Amnesty
Il divieto colpisce i cittadini di Afghanistan, Myanmar, Ciad, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen. A questi si aggiungono restrizioni parziali per i viaggiatori provenienti da Burundi, Cuba, Laos, Sierra Leone, Togo, Turkmenistan e Venezuela. Dalla parte della Fifa tutto tace. Anche se Gianni Infantino, l’eminenza mondiale del calcio, si è fatto vedere e fotografare con Trump (durante la prima riunione pubblica della sua task force per la Coppa del Mondo e arrivando in ritardo al Congresso della Fifa per incontrare il presidente Usa durante il suo tour in Medio Oriente).
È lecito chiedersi se il laboratorio del maxi mundialito per club avrà qualche conseguenza. Il divieto trumpiano ha attirato critiche da parte di leader stranieri e di gruppi internazionali. Amnesty International lo ha definito «discriminatorio, razzista e decisamente crudele». Alcuni leader stranieri hanno chiesto agli Stati Uniti di riconsiderare la propria decisione. E la Commissione dell'Unione Africana ha rilasciato una dichiarazione in cui esprime preoccupazione per il «potenziale impatto negativo di tali misure sui legami interpersonali, sugli scambi educativi, sull'impegno commerciale e sulle più ampie relazioni diplomatiche che sono state attentamente coltivate per decenni».
I tifosi
Atleti e dirigenti vanno bene, a farne le spese sono i tifosi. Per loro l’accesso agli Stati Uniti sarà limitato, a meno che non rientrino in categorie particolari come funzionari governativi o residenti permanenti. Poiché il Mondiale dell’anno prossimo sarà ospitato anche da Messico e Canada, i tifosi delle nazioni interessate potrebbero comunque viaggiare per tifare le proprie squadre, qualora fossero programmate in quei Paesi.
Ma dato che le qualificazioni sono ancora in corso i tifosi non sapranno se ciò avverrà per un bel po’ di tempo: le qualificazioni per il torneo non si concluderanno prima della fine dell'anno e il sorteggio delle squadre nei gironi non avverrà prima di tale data. Vedremo.
Intanto il Mondiale per club comincia e ovviamente dietro ci sono anche tanti dollari. Chi vincerà questo trofeo, destinato a diventare l’equivalente mondiale della Champions League, potrebbe incassare fino a circa 125 milioni di dollari (117 milioni di euro). La metà sarà distribuita tra premi fissi (488 milioni), l’altra metà in bonus risultati (442). Le squadre europee, inutile dirlo, partono avvantaggiate. Il gettone di presenza per un club come il Real Madrid può valere fino a 36 milioni, mentre l’Auckland City, unico rappresentante dell’Oceania, si accontenta di 3,3 milioni. Le italiane non partono da zero: l’Inter ha un minimo garantito di 24 milioni, la Juventus di circa 20. Le vittorie valgono 1,9 milioni, i pareggi 900mila euro. Chi arriva in fondo può incassare fino a 125 milioni complessivi.
I manifestanti
Fuori, per le strade d’America, infuriano le manifestazioni. Dopo Los Angeles e San Francisco, le proteste contro le politiche migratorie dell'amministrazione Trump dilagano anche in altre città. I manifestanti sono scesi in piazza anche ad Atlanta, Seattle, Dallas, Louisville e New York, dove la polizia ha fatto anche degli arresti.
È in questo clima di tensione che va in scena l’evento sportivo dell’estate. Un calendario fittissimo, con 32 squadre, 8 gironi da 4 e 64 partite complessive. Oltre a Real, City, Inter e Juve, ci saranno Flamengo, Al Ahly, Ulsan Hyundai e molte altre, pronte a giocarsi la gloria e anche un posto nel nuovo equilibrio calcistico mondiale. Un circus che però dovrà guardarsi allo specchio e capire che quella politica non è solo una cornice, si parla della vita delle persone.
Real Madrid e Manchester City sono tra le favorite: da un lato Mbappé, Bellingham e Vinicius, dall’altro Haaland e Foden. Ma attenzione al Bayern di Kane e al Psg, fresco della sua prima vittoria in Champions League. Le italiane, ormai, sono outsider. Così va il mondo (del pallone). E poi c’è Messi, che guida il suo Inter Miami nella sfida inaugurale, pronto a lasciare l’ultima firma da protagonista in una competizione nuova di zecca.
Tanti i talenti da tenere d’occhio: il brasiliano Estevão Willian (Palmeiras), classe 2007, e Rodrigo Mora, 18 anni, del Porto. Una curiosità: il Club Leon, inizialmente qualificato, è stato escluso per conflitto di proprietà con il Pachuca. Al suo posto è entrato il Los Angeles Fc, che ha vinto uno spareggio lampo a fine maggio. Il calcio entra, ma qualcuno è rimasto fuori.
© Riproduzione riservata