- Chi finisce nel database dell’Organizzazione internazionale di polizia può essere fermato dalle forze dell’ordine e posto in stato di arresto finché la Corte non decide se la richiesta di estradizione a suo carico sia politicamente motivata.
- Anche in caso di scarcerazione, la stessa persona può nuovamente arrestata e rimandata in patria dalla Corte di un altro paese fintanto che il suo nome non viene cancellato dalla banca dati dell’Interpol.
- La Turchia ne approfitta per fare pressioni sull’opposizione all’estero e limitarne il più possibile le libertà, mandando allo stesso tempo un messaggio agli oppositori che sono ancora in patria.
Yaser Örnek, studente curdo di 27 anni e rifugiato politico in Svizzera dal 2018, è in viaggio in Germania con un amico. Quando arriva a Bernau di Monaco viene fermato dalla polizia tedesca dietro richiesta delle autorità turche e messo in stato di arresto in attesa che la Corte decida sulla sua estradizione in Turchia, dove è stato condannato in contumacia per terrorismo. Un’accusa quest’ultima a cui le autorità turche fanno ricorso con frequenza per mettere a tacere qualsiasi forma di oppos



