- Chi finisce nel database dell’Organizzazione internazionale di polizia può essere fermato dalle forze dell’ordine e posto in stato di arresto finché la Corte non decide se la richiesta di estradizione a suo carico sia politicamente motivata.
- Anche in caso di scarcerazione, la stessa persona può nuovamente arrestata e rimandata in patria dalla Corte di un altro paese fintanto che il suo nome non viene cancellato dalla banca dati dell’Interpol.
- La Turchia ne approfitta per fare pressioni sull’opposizione all’estero e limitarne il più possibile le libertà, mandando allo stesso tempo un messaggio agli oppositori che sono ancora in patria.
La Turchia usa l’Interpol per reprimere gli oppositori all’estero
19 luglio 2022 • 19:41Aggiornato, 20 luglio 2022 • 09:39