Raddoppiare l’organico in un colpo per un’azienda è stupefacente, soprattutto in un momento di crisi come questo. Se poi l’incremento repentino è deciso dall’Enit, l’ente nazionale del turismo, che negli ultimi anni ha vivacchiato senza mai brillare per dinamismo, allora la notizia ha del miracoloso. Oggi l’Enit ha circa 120 dipendenti e ne sta assumendo altrettanti in due tranche, una per 50 «unità di personale», come è scritto sul sito dell’ente, e una per altri 70. Ma come è possibile? L’Enit non assume dipendenti per le sue esigenze, ma per procura, per conto del ministero del Turismo guidato dal leghista Massimo Garavaglia.

Il ministero ritiene di aver bisogno di più personale perché oltre all’ordinaria amministrazione deve gestire la parte del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che riguarda il turismo. Ma non vuole assumere lavoratori in prima persona, forse perché sarebbe costretto a utilizzare i contratti della pubblica amministrazione, molto meno elastici di quelli che può adottare l’Enit che essendo un ente pubblico economico può ricorrere a rapporti di natura privatistica.

In forza di una legge sulla governance del Pnrr, il ministro leghista si sta allora rivolgendo all’Enit e l’Enit a guida leghista esegue lanciando attraverso il sito la ricerca di personale «a tempo determinato full time finalizzato a supportare il conseguimento degli obiettivi di competenza del ministero».

Missione condizionata

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L’operazione è in pieno svolgimento nonostante la Corte dei conti abbia avvertito che non è una bell’idea, anzi. Nella relazione finanziaria sull’ente i magistrati contabili scrivono che «suscita particolare perplessità» che sia attribuito all’Enit «il compito di reclutare 120 unità di personale per le finalità del ministero del Turismo connesse con il coordinamento della gestione, il controllo e la rendicontazione del Pnrr». I dubbi della Corte riguardano soprattutto i soldi: «La norma comporta l’impiego di rilevanti risorse per un importo, nel triennio 2021/2023, prossimo ai 15 milioni di euro».

La conseguenza non è piacevole né per l’Enit né per gli operatori della filiera turistica, dagli albergatori ai ristoratori, che dall’ente pubblico si aspetterebbero non assunzioni per procura, ma iniziative in grado di rilanciare l’industria italiana delle vacanze nel mondo.

La Corte dei conti ritiene che la sottrazione di finanziamenti all’Enit «potrebbe condizionare, per il periodo in questione, lo svolgimento della missione istituzionale assegnata all’agenzia, anche incidendo in modo rilevante sulle finalità di promozione del settore, sia all’interno del paese che all’estero e potrebbe rendere più difficile la realizzazione degli obiettivi indicati nel piano triennale, approvato dal ministero vigilante».

Insomma, non solo l’Enit si presta ad assumere lavoratori conto terzi, ma li deve pagare con i propri soldi spendendo una quota non irrilevante di quei quattrini che riceve ogni anno dallo stato per la promozione del turismo.

Sponsor del Giro

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L’Enit incassa per le sue esigenze di funzionamento e per la promozione turistica circa 30 milioni di euro, che spesso usa in maniera assai discutibile. La spesa più rilevante degli ultimi giorni, per esempio, ha riguardato la buonuscita del direttore generale, Giovanni Bastianelli, un manager mai entrato in sintonia con il nuovo corso di stampo leghista.

Per convincere Bastianelli ad andarsene l’amministratrice, Roberta Garibaldi, e il presidente, Giorgio Palmucci, gli hanno consegnato un premio ragguardevole: 420mila euro, tre annualità di stipendio.

Lo stesso Bastianelli quando era in auge si era inventato una costosa radio per promuovere l’Italia nel mondo di cui lui stesso era il disk jockey. Per la promozione turistica in senso stretto l’Enit può disporre di una decina di milioni di euro, nel 2022 questa somma è per la maggior parte assorbita da iniziative di incerta ricaduta positiva.

La prima e più costosa di queste iniziative è il Giro d’Italia che l’Enit sponsorizza con un finanziamento di quattro milioni di euro, quasi la metà di tutto il plafond per la promozione. Anche l’anno passato l’ente del turismo ha riservato al Giro una somma consistente e anche allora ci sono state polemiche perché molti si sono chiesti che attrattiva turistica potesse avere una corsa ciclistica di sicuro gloriosa e storica, ma che all’estero ha un seguito assai limitato di pubblico.

Altri due milioni di euro l’Enit li destina all’Eurovision song contest che si terrà a Torino dal 10 al 14 maggio, manifestazione canora che nel 2021 si è tenuta a Rotterdam e ha avuto un certo seguito in Italia perché hanno vinto i Maneskin.

A giugno un altro milione servirà per finanziare il Global Youth Tourism Summit, una settimana di incontri a Sorrento, e infine in autunno un altro milione di euro l’Enit li spenderà per la Conferenza globale del turismo del vino ad Alba, settore che sta particolarmente a cuore alla nuova amministratrice Roberta Garibaldi, esperta di enogastronomia.

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