Nasce una nuova rubrica, sul nostro sito e sulla nostra pagina Instagram: “Umani di Domani”. Insieme ad Alessandra Arini, fondatrice della pagina “Umani di Bologna”, racconteremo la storia di tante persone normali. Spesso abbiamo l’impressione di essere totalmente ininfluenti sul mondo. Ma è proprio nelle nostre sfide quotidiane personali che si annida il mondo di domani. E noi vogliamo esserci e raccontarlo.


Come sarò io domani? Questa è una domanda che ci facciamo in tanti ogni giorno, anche adesso che l'attualità ci squarcia in due. Resisterò? Ho scelto i miei sogni da realizzare? In che modo la mia esistenza è importante e qual è il pensiero fisso che voglio cambiare?

Ho provato a rivolgere queste domande a tanti per sentire chi sono, cosa imprimono all'attualità le nostre vicende. La cronaca del mondo si muove veloce - spesso lasciandoci l'impressione di non influenzarla - eppure è nelle storie personali e casuali di ognuno di noi che si annidano gli unici semi da cui si può indovinare un po' di come sarà domani.

Da un po' di tempo a questa parte scendo per strada, leggo il giornale anche attraverso le persone, ho inserito le loro sfortune e fortune nella mia rassegna immaginaria. E ho capito che ogni giorno ognuno di noi produce una notizia viva, oppure che la sua vita racconta qualcosa dell'umore del mondo che per qualcun altro ha senso sapere.

Sfide, compassioni, grandi sacrifici per omologarsi e poi scoprirsi diversi, impegni, paure dietro l'angolo, voglia di essere come ci eravamo immaginati. Quando il presente sembra deludente, scarico di umanità o pieno di solitudine, cerco le storie degli altri per fargli compagnia. E quando la realtà che vedo mi sembra incompleta, mi ricordo che è a noi che dobbiamo il resto della storia.

Umani di Bologna

Quando tempo fa ho iniziato a camminare e a guardare, ero in una fase assetata dell'esistenza: avevo voglia di dire e di fare, ma faticavo a trovare storie che uscissero fuori dal mio punto di vista, inoltre incombeva la pandemia che allargava il solco tra noi e ciò che ci aveva tenuto compagnia. Per questo quelli che mi mancavano erano anche i rapporti umani, che di solito sono trame di storie.

Ho deciso così di partire dalla mia città adottiva, Bologna, ma l'ho guardata da subito come un pezzo di mondo. Ho fatto quello che si potrebbe definire un grande slalom per gli angoli e le parallele della città. Ho cercato in maniera molto artigianale qualcosa, facendo tentativi, intrufolandomi nei discorsi sentiti in fila al supermercato oppure andando dritta determinata verso qualcuno che aveva attirato la mia curiosità.

Niente di quello che ho trovato mi ha mai deluso, ma era sempre un po’ imbarazzante presentarsi all’inizio: cercavo “gli umani di Bologna”, e chiedevo se si sentissero tali. Tutti a un certo punto si rendevano conto che sì, lo erano, e piano piano, ma molto piano, come un reperto che esce fuori con pazienza dallo scavo, veniva in superficie anche una storia.

Il mondo è popolato di belle persone, mi dicevo fin dall’inizio, e l'ho capito meglio correndo il rischio che non fosse così. Anche in mezzo alla banalità, e anzi proprio dentro la banalità, c’è alla fine la notizia di una vita un poco comune che esce dalle righe e ogni persona, specie in questo momento, con la complessità che ci attraversa e l'ansia di speranza che è sempre un po' più ingombrante.

Umani di Domani

Io, come persona, mi sono sentita riempita di questi incontri casuali, che spesso hanno curato anche la mia solitudine, perché siamo tutti umani. Vorrei continuare a raccontare gli umani che incontro affinché ognuno potesse vedere negli altri uno specchio che gli restituisca un'immagine più complessa di sé e che tutto questo potesse essere innaffiato dall'empatia.

Umani di Domani vorrebbe essere proprio questo: un piccolo quadro diverso appeso nella stessa stanza, un promemoria per farci sapere che la cronaca siamo anche noi con le nostre giornate, una finestra aperta su un giardino metropolitano che c'è ma forse non si vede, pieno di persone normali ma da ricordare.

Una rubrica di storie pescate in una passeggiata verso il futuro per chiederci: chi sarà con noi domani?

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