Undici medici dell’Humanitas di Rozzano sono indagati per la morte della modella Imane Fadil avvenuta il primo marzo del 2019. Imane Fadil era una delle testimoni chiavi del caso Ruby, fu ricoverata per oltre un mese prima di morire a causa di un’aplasia midollare.

L’iscrizione nel registro degli indagati è un passaggio obbligato per via della nuova consulenza ordinata dal giudice per le indagini preliminari volta ad accertare se ci sia un nesso tra la morte della modella è la condotta dei medici. L’obiettivo è anche quello di capire se la rara malattia poteva essere diagnotiscata anticipatamente.
Inizialmente si era pensato che la causa della morte era da far risalire a un avvelenamento, ma poi l’ipotesi venne esclusa dagli inquirenti.
«L’Humanitas esprime ferma convinzione dell'assenza di responsabilità a carico dei professionisti che si sono prodigati nelle cure esprimendo un'altissima competenza professionale», si legge in una nota.

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