In un’intervista al Corriere della Sera, l’ex prefetto della Congregazione per la dottrina della fede usa parole molto dure: «Sono dalla sua parte, ma non a tutte le condizione»
- In un’intervista al Corriere della Sera, il cardinale Gerhard Ludwig Müller commenta le recenti dichiarazioni di Papa Francesco sulle unioni civili per gli omosessuali
- «L'ho sempre difeso, però il Papa non è al di sopra della parola di Dio, che ha creato l'essere umano maschio e femmina, il matrimonio e la famiglia. Sono sempre dalla sua parte, ma non a tutte le condizioni», queste le sue parole
- Il cardinale sottolinea come tanti fedeli siano «disturbati, e pensano che questo possa essere il primo passo verso una giustificazione delle unioni omosessuali per la Chiesa, e questo non è possibile»
«L'ho sempre difeso contro protestanti e liberali, però il Papa non è al di sopra della parola di Dio, che ha creato l'essere umano maschio e femmina, il matrimonio e la famiglia. Sono cardinale e sempre dalla parte del papa, ma non a tutte le condizioni. Non è una lealtà assoluta. La prima lealtà è alla parola di Dio. Il Papa è il Vicario di Cristo, non è Cristo. E io sono credente in Dio».
Gerhard Ludwig Müller, ex prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, in un'intervista al Corriere della Sera si riferisce alle dichiarazioni di papa Bergoglio sulle unioni civili per gli omosessuali. «In molti Stati le cosiddette unioni sono state soltanto la premessa del riconoscimento dei matrimoni gay», ha aggiunto il cardinale precisando che «per questo tanti fedeli sono disturbati, pensano che queste parole sarebbero solo il primo passo verso una giustificazione delle unioni omosessuali, per la Chiesa, e questo non è possibile».
«Noi - ha aggiunto - rispettiamo il Papa, ma anche Pietro e Paolo hanno discusso e un Papa, Onorio I, fu perfino giudicato da un Concilio. La persona non è totalmente identica con il papato». Infine, secondo il cardinale «la dichiarazione di papa Francesco non è ufficiale, è arrivata da un'intervista, e questo la relativizza e genera malintesi. Tutto ciò non è buono perché un Papa, così come ogni vescovo, deve essere sempre molto cauto e chiaro, specie in questi tempi così delicati».
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