Il Covid si è trasformato in un affare per la criminalità organizzata. Lo scriveva in un breve documento datato dicembre 2020 l’Europol, l’agenzia dell’Unione europea dedicata alla lotta al crimine negli stati membri, che avvertiva: «Una volta che un vaccino legittimo entra nel mercato, si prevede che le versioni contraffatte del marchio specifico del vaccino circoleranno rapidamente». Così è stato.

Nei giorni scorsi, le operazioni condotte dai carabinieri del Nucleo antisofisticazione (Nas) sull’intero territorio nazionale hanno consentito di interrompere numerose reti commerciali sommerse sia di farmaci, destinati alle comunità straniere, sia di dispositivi medici (dalle mascherine alle siringhe) destinate al commercio. Le attività dell’Autorità giudiziaria hanno anche portato all’oscuramento di undici siti web dove venivano venduti farmaci legati all’emergenza pandemica e allo scalo aeroportuale di Fiumicino, sono stati sequestrati 24 mila farmaci anti Covid importati illegalmente dall’Africa.

È da tempo che allo scalo romano sono stati attivati degli “alert” specifici per bloccare l’ingresso in Italia di farmaci contraffatti legati all’emergenza in corso. Alcuni operatori doganali spiegano che c’è una particolare attenzione verso alcuni tipi di spedizione, ma finora non si erano mai registrati sequestri relativi a medicinali legati alla pandemia, piuttosto c’erano stati dei blocchi di mascherine non conformi provenienti dai paesi dell’est. «L’attenzione, spiegano gli operatori doganali, è rivolta soprattutto ai container provenienti da India, Cina e tutto il Medio Oriente dove la criminalità si rifornisce di materie a basso a prezzo».

Fiale vuote

C’è chi in rete commercializza il vaccino russo Sputnik, disponibile sul mercato, non autorizzato in Italia nonostante anche la politica ne stia chiedendo l’autorizzazione per far fronte ai ritardi delle forniture di Pfzer. Ma l’Europol, nel suo documento, lancia anche un altro allarme legato alla falsificazione di vaccini esistenti e quindi avverte «i criminali possono ricorrere a riempimento illegale di fiale vuote. Pertanto, dovranno essere le procedure per il corretto smaltimento delle fiale mediante macinazione o incenerimento». Gli operatori delle dogane avvertono che potrebbe essere più difficile intercettare un mercato di falsificazione interno al territorio nazionale perché non ci sono i documenti di viaggio da verificare e nessun accordo con i corrieri per i controlli.

Nei giorni scorsi i controlli delle forze dell’ordine hanno dato i primi frutti. Quasi 24mila farmaci anti Covid, importati illegalmente dall’Africa, sono stati sequestrati all’aeroporto di Fiumicino dai Carabinieri del Nucleo aifa alle dirette dipendenze del Comando carabinieri per la tutela della salute, con il supporto del Nas di Roma e in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli di Fiumicino.

I carabinieri hanno scovato circa 23mila capsule e 180 confezioni di flaconi, per un valore di circa 80mila euro, di specialità medicinali provenienti dal continente africano, di natura antibiotica e antinfiammatoria, antipiretica ad uso umano. Già le scorse settimane, sempre nello scalo romano, erano state sequestrate 6.840 capsule e 66 confezioni di flaconi.

I farmaci, trasportati clandestinamente all’interno di bagagli di un cittadino africano, erano sprovvisti di idonea certificazione medico sanitaria, delle prescritte autorizzazioni ministeriali, talvolta anche privi dell’indicazione dei componenti dei principi attivi costituenti e della loro origine, tali da definirli falsificati e quindi potenzialmente pericolosi per la salute.

L’ultimo allarme

Qualche settimana fa l’Europol ha diramato un comunicato per informare su una minaccia imminente. Dal deep web ai social più utilizzati, le truffe legate ai prodotti anti covid sono dietro l’angolo: commercializzazione di congelatori per la conservazione dei vaccini, fiale contraffatte, certificati falsi di vaccinazione con spedizioni a soli 5 euro. Un documento che è anche una guida per riconoscere prodotti originali da quelli tarocchi a partire dal packaging, all’etichettatura delle fiale, ai paesi di provenienza dei colli.

Un’importante operazione ha oscurato 11 siti web collocati su server esteri e con riferimenti di gestori non individuabili, sui quali venivano effettuate la pubblicità e la vendita, anche in lingua italiana, di svariate tipologie di medicinali che, in questi mesi, sono stati collegati all’emergenza pandemica.

Infatti, oltre a una serie di farmaci con varie indicazioni terapeutiche e soggetti a obbligo di prescrizione, vendibili solo in farmacia, i carabinieri del Nas hanno individuato l’offerta in vendita di medicinali contenenti principi attivi soggetti a particolari restrizioni d’uso e specifiche indicazioni d’impiego in relazione all’infezione da Sars-Cov-2. Soprattutto gli antimalarici, clorochina e idrossiclorochina, e gli antivirali lopinavir/ritonavir, di cui l'Aifa ha sospeso l'utilizzo al di fuori degli studi sperimentali clinici. Presenti, sulle vetrine virtuali dei siti individuati, anche l’antivirale Ribavirin, per il quale è stato autorizzato l’uso ai pazienti ospedalizzati con difficoltà respiratorie legate al Covid-19, l’antibiotico azitromicina, nonché l’antinfiammatorio colchicina, oggetto di uno studio sperimentale nel trattamento del Covid-19.

I militari si sono imbattuti anche in altri medicinali contenenti rispettivamente l'antinfiammatorio Indometacina, la cui assunzione fuori stretto controllo medico può cagionare gravissimi effetti collaterali, e l'antivirale daclatasvir, offerto in rete nonostante l’Ema, a seguito del mancato rinnovo dell'autorizzazione all'immissione in commercio deciso dal titolare, ne abbia vietato l’uso in tutta l’Unione europea. Rimane alta l’attenzione delle autorità sui vaccini e su questi farmaci, che commercializzati illegalmente possono essere una minaccia per la salute: nella migliore delle ipotesi inefficaci, nella peggiore tossici e prodotti in laboratori clandestini.

© Riproduzione riservata