Tornando a casa. Non poteva avere carica simbolica maggiore l’addio di Valentino Rossi alle corse. Avvenuto sul circuito di Misano Adriatico, che appunto è come casa sua. Misano ha accolto il campione con tutto l’affetto richiesto a una figura e a un’occasione dalla portata straordinaria.

Sì, su quell’asfalto erano in programma e sono state disputate gare valide per il Moto GP, dunque a tutti gli effetti circostanze di carattere agonistico. Ma tutt’altro era il registro su cui il pubblico era sintonizzato: il registro della festa, della cerimonia d’addio al fuoriclasse che lascia il segno nella storia della sua disciplina sportiva e adesso decide di dedicarsi alla vita dopo. Come una trance collettiva che ha fatto percepire la realtà in modo diverso. Non l’attesa dei vincitori di giornata ma lo smisurato affetto per l’idolo. Erano lì tutti per lui, e lui era lì soltanto per loro. Il mito sportivo e il suo popolo, a concedersi l’ultimo abbraccio fra orgoglio e commozione. Una gara trasformata in parata, con gli occhi tutti su di lui e senza particolare attenzione per chi andava a vincerla.

La tentazione di fermarsi qui

Sì, non poteva esserci conclusione migliore per il Dottore, che ai primi di agosto aveva annunciato il ritiro. Un’esternazione che giunse un po’ a sorpresa. E non tanto perché non fossero maturi i tempi per dire addio alle corse, visti i risultati non più all’altezza della fama di Valentino Rossi, quanto perché fino a pochi mesi prima egli aveva dato mostra di voler continuare. Come se non volesse pensarsi al di fuori delle piste.

E invero, anche nel momento di annunciare il distacco dalle moto aveva aggiunto che non avrebbe lasciato il mondo della velocità perché prospettava di dar seguito al vecchio amore per le quattro ruote. Ma adesso che la fine della stagione agonistica si avvicina, e che la sua gente gli ha dedicato un commiato da brividi, Valentino si lascia scappare che dopo un bagno di folla così sarebbe tentato di non partecipare agli ultimi due gran premi in calendario per il 2021 (Algarve e Comunità Valenciana, fissati per i primi due weekend di novembre). E magari lo ha detto scherzando, ma mica tanto. Perché come si fa a ritornare in pista dopo un commiato così? Si tratta del modo giusto per far calare il sipario, qualsiasi ulteriore presenza sulla scena rischierebbe di rovinare l’effetto e proiettare sul campione una patina di postumità. 

Chi dopo lui?

Certo, poi magari Valentino finirà per disputarle quelle due gare. Sia perché rimane un professionista esemplare, sia perché sa che anche le platee portoghese e spagnola vorranno salutarlo. Ma certamente sarà impossibile assistere a una replica della partecipazione, degli effetti scenici e dei toni cromatici visti questo pomeriggio a Misano. Con tanto di premiazione finale a opera del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che lo ha definito “un ambasciatore del Made in Italy nel mondo”. E l’aggiunta di un tweet dell’account ufficiale del Moto GP che ha celebrato “l’ultima volta in Italia” come un evento storico.

Si tratta dell’ultimo anno anche per il pubblico di Misano Adriatico, che adesso dovrà abituarsi all’idea di non vedere più in gara il suo campione dalla prossima stagione. E dovrà farci l’abitudine anche il motomondiale, che ancora non ha trovato un altro personaggio di tale impatto agonistico e comunicativo.

© Riproduzione riservata