La direttrice del carcere ha detto: «Da psichiatra ha mostrato una tranquillità terribile e purtroppo ci sono caduta. Io mi voglio assumere questa responsabilità. Lo voglio dire». Sabatino Trotta era in carcere per corruzione per l’affidamento di un appalto quando era dirigente dell’Asl di Pescara
A poche ore dalla sua entrata in cella nel carcere di Vasto, Sabatino Trotta, medico chirurgo specialista in psichiatria e dirigente del Dipartimento di salute mentale della Asl di Pescara, ha deciso di togliersi la vita. A nulla è valso il soccorso della polizia penitenziaria e dei medici del 118.
Il primario è stato arrestato per corruzione, istigazione alla corruzione e turbata libertà degli incanti, nell’inchiesta sull’appalto dal valore di 11 milioni della Asl per l’affidamento della gestione di residenze psichiatriche extra ospedaliere.
Trotta è stato anche candidato alle elezioni di febbraio 2019 nella lista della provincia di Pescara di Fratelli d’Italia per il rinnovo del Consiglio regionale abruzzese. Infatti, sulla vicenda è intervenuto anche il governatore della regione Abruzzo, Marco Marsilio, che si è detto profondamente turbato dalla faccenda.
L’inserimento in carcere
Appena entrato nella struttura, Trotta è stato accolto dalla direttrice del carcere di Vasto, in provincia di Chieti, Giuseppina Ruggero che racconta a LaPresse le ore precedenti il suicidio, avvenuto verso le undici e mezzo di sera.
Per tranquillizzarlo la dirigente gli ha chiesto come stava e hanno scambiato qualche parola. Trotta ha effettuato la visita medica e psicologica come da prassi e dopo circa tre quarti d’ora i dottori «non hanno detto di metterlo a grande sorveglianza – spiega la direttrice Ruggero – hanno scritto solo che se proseguiva la carcerazione aveva bisogno di un colloquio psicologico». Trotta alla fine del colloquio avrebbe detto con un’espressione sorridente: «Direttrice mica penserà che io mi voglia suicidare? Io c’ho tre splendidi figli».
Anche per questo quel gesto l’ha sconvolta: «Da psichiatra ha mostrato una tranquillità terribile e purtroppo ci sono caduta. Io mi voglio assumere questa responsabilità. Lo voglio dire».
Dopo cena, gli agenti hanno fatto un ulteriore controllo con il detenuto e Trotta ha formulato una richiesta comune e definita anche «tranquillizzante», una semplice bottiglia d’acqua e delle batterie per il telecomando. «Invece erano tutte sceneggiate per tranquillizzarci. Non ho chiuso occhio questa notte perché ripenso a tutte le parole che mi ha detto il primario e voglio capire dove mi ha ingannato» conclude la direttrice dell’istituto Giuseppina Ruggero.
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