Solo un intervento della regione Lazio può fermare la costruzione delle villette nel parco, a due passi dal mare di Santa Severa, ceduto dall’ordine dei francescani lo scorso marzo a una società immobiliare costituita pochi giorni prima dell’acquisto.

Il preliminare però prevede che la vendita si realizzerà solo una volta che la Lilium Maris, questo il nome della società, avrà il via libera a edificare. Devid Porrello, vicepresidente del consiglio regionale, eletto tra le fila del Movimento 5 stelle, è l’unico politico che si è interessato del destino del terreno.

A settembre ha incontrato i cittadini riuniti nel comitato per la salvaguardia del parco: «Mi hanno contattato, sono stato felice di incontrarli e raccogliere la loro denuncia». Da allora ha preso a cuore la loro battaglia, che continua a seguire da vicino nel palazzo della regione.

Il sindaco smentito

Si tratta di una vicenda complessa che va avanti da mesi e che, da cittadino di Civitavecchia, a pochi chilometri da Santa Severa, lo tocca ancora più da vicino. «C’è un aspetto su cui non possiamo entrare, come regione: quello della compravendita tra privati. Non si può sindacare sul fatto che francescani e Vaticano abbiano deciso di vendere, a chi, e che cosa queste persone vogliono fare su quel terreno», spiega Porrello. «Quello che posso assicurare è che noi, come Movimento 5 stelle, faremo nostra la battaglia di chi vuole salvaguardare quel patrimonio verde».

Chi ha comprato, come è giusto che sia, può farci ciò che vuole: gli è permesso dal piano regolatore di Santa Marinella e da quello della provincia. Il convento e la chiesa possono essere demoliti, la macchia mediterranea del parco abbattuta, e costruite villette.

«L’unica cosa che possiamo fare – spiega il vicepresidente 5 stelle – come regione è fare tutti gli accertamenti per vedere se c’è un valore paesaggistico da tutelare. Verranno fatti i controlli archeologici, come per qualsiasi costruzione, con uno scavo, dei carotaggi, come viene fatto per tutte le nuove costruzioni. Ma il punto è il vincolo paesaggistico».

Il sindaco di Santa Marinella Pietro Tidei aveva detto a Domani di aver mandato lui il fascicolo ai tecnici della regione per richiedere l’autorizzazione paesaggistica, «sperando che non venga rilasciata» e che quindi il parco venga salvato. Porrello però lo smentisce: «No, il sindaco non ci ha inviato nulla. Abbiamo iniziato la verifica in regione di nostra iniziativa». Che arriverà prossimamente, anche se i tempi non sono ancora certi: «Forse ci vorrà ancora qualche settimana. I nostri tecnici stanno studiando approfonditamente il fascicolo che ci è arrivato. Stanno verificando l’iter autorizzativo portato avanti dal comune, prima di ogni cosa».

Insomma, c’è la volontà per cercare di capire se tutti i passi che sono stati fatti per le autorizzazioni e nei controlli preventivi sono stati eseguiti in modo adeguato. «E soprattutto se tutto è stato valutato in modo adeguato. Quello che mi sorprende di più, però, è che a nessuno importi veramente di quel luogo ricco di storia».

Memoria corta

La chiesa e il convento dell’Immacolata erano un luogo frequentato da molte personalità che erano solite passare le proprie estati a Santa Severa, come i presidenti della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e Oscar Luigi Scalfaro. Ma era un luogo caro anche a papa Giovanni Paolo II, che vi aveva benedetto una statua – oggi divelta – di san Massimiliano Kolbe, francescano polacco che prese il posto di un padre di famiglia destinato a morte certa ad Auschwitz.

Non solo: nelle sale del convento, negli anni della guerra fredda, sarebbe stato stampato un giornale clandestino vicino a Solidarność. «Se l’ordine e il Vaticano però hanno preferito vendere, nonostante la storia di questi luoghi, noi non possiamo fare nulla: è una decisione loro, legittima», spiega Porrello. Al Vaticano non interessa salvaguardare la memoria di quel luogo, ma a molti cittadini sì: non tutti ne fanno un discorso di sola salvaguardia ambientale. «Non capisco perché dovrebbe interessare però al comune di Santa Marinella o ad altri, se non interessa alla chiesa. L’ordine dei francescani può disporre come vuole dei suoi beni. E se non importa a loro di salvaguardare parte della loro storia, cosa possiamo fare noi?».

Il paese mormora

A Santa Severa la storia della compravendita è molto dibattuta. Quel terreno era finito nel mirino di pezzi grossi della criminalità capitolina: nel 2012 persone vicine a Massimo Carminati, avrebbero cercato di acquistarlo per 6,5 milioni di euro. Un tentativo poi fallito.

Oggi invece – come raccontato da Domani – chiesa e convento sono stati comprati da una società costituita pochi giorni prima della firma del preliminare da una signora di Trapani, il cui figlio avrebbe condotto la trattativa con i francescani, e da Piero Vincenzi, geometra molto conosciuto sul litorale, già consigliere comunale di Santa Severa.

La sua famiglia gestisce due ristoranti molto frequentati da politici e vip, uno dei quali a inizio mese ha subito un raid incendiario: ancora non si conoscono gli autori, ma gli inquirenti non escludono possano essere i gestori del racket della zona.

«Si dicono molte cose sulla compravendita, ma non si può correre dietro a tutte le dicerie: bisogna avere dei riscontri. E non lo dico perché voglia astenermi da questa battaglia, ma perché senza prove poi si rischiano le querele. Le chiacchiere lasciamole ai bar. Stiamo cercando comunque di approfondire tutte le evidenze che al momento sono state portate alla luce, anche se non suffragate da documenti», spiega Porrello.

Insomma, il vicepresidente del consiglio regionale non esclude nulla. Per il momento però si può aspettare solo il responso della regione sul vincolo paesaggistico: sarà quello a decidere sulla sorte del convento e del parco. «Arriverà presto. E mi impegno a far sì che quell’ultimo spazio di verde vicino al mare di Santa Severa rimanga tale se qualcosa non è stato fatto come doveva essere».

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