I militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno sequestrato disponibilità finanziarie, beni mobili, immobili, per un ammontare complessivo di oltre 26 milioni di euro appartenti a sei soggetti che si sono succeduti nel tempo come vertici della Strada dei Parchi S.p.a. e di altre due società collegate al gruppo Toto. Gli indagati sono accusati di inadempimento di contratti di  pubbliche forniture e di attentato colposo alla sicurezza dei trasporti e  disastro colposo. A dare origine alle indagini sono state alcune segnalazioni, successive  ai tragici fatti riconducibili al crollo del ponte Morandi di Genova, che denunciavano «lo stato di  evidente degrado delle pile dei viadotti della A24», e in particolare di quelli presenti nel territorio  teramano. I sopralluoghi preliminari e i rilievi fotografici delegati hanno evidenziato lo stato di grave degrado causato dall’ossidazione dei ferri dovuta anche  a cedimento strutturale dei copriferri. Le indagini si sono quindi estese ad altri viadotti in stato di abbandono della stessa tratta autostradale sempre collegati ai territori dei comuni di Isola del Gran Sasso e Colledara.

La grave situazione, accertata a partire da settembre 2018 a oggi delle opere d’arte dei sette viadotti  teramani, è stata, secondo gli investigatori, evidentemente causata dalla totale inadempienza, dal 2009 ad oggi, da parte  della concessionaria autostradale che non ha dato seguito agli obblighi di manutenzione ordinaria sulle opere d’arte  discendenti dall’atto concessorio. Le uniche opere di manutenzione ordinaria svolte dalla concessionaria Strada dei Parchi spa  hanno riguardato negli anni la pavimentazione, il verde, le segnaletiche e non le parti  strutturali dei viadotti ovvero cassoni, pile e appoggi e ritegni antisismici. Tra l’altro, gli interventi di  manutenzione ordinaria sulle opere d’arte sono stati effettuati a partire dal 2018 e neppure a  spese della concessionaria perché sono stati utilizzati contributi statali, erogati in base ai  provvedimenti successivi i fatti di Genova. Un’altra grave inottemperanza da parte dei vertici del gruppo è stato il ritardo nei lavori di manutenzione straordinaria del Viadotto Temperino che dovevano essere eseguiti entro il 2013 ma sono stati omessi fino al periodo tra il 2018 e il 2019, quando sono stati eseguiti con contributi dello stato. Per i reati di inadempimento di contratti di pubbliche forniture la procura di Teramo ha chiesto e ottenuto dal Gip il sequestro preventivo  finalizzato alla confisca diretta del profitto del reato per circa cinque milioni, pari ai rilevanti  risparmi di spesa conseguiti con conseguimento anche di contributi statali.

Gli investigatori hanno anche accertato plurime condotte di  abuso d’ufficio da parte dei vertici della concessionaria  poiché, abusando della loro qualità di «incaricato di pubblico servizio» hanno sfondato il tetto previsto dalla legge che limita al 60 per cento del valore della concessione la facoltà di affidare i lavori connessi all’autostrada a imprese collegate. Nello specifico, già dal 2015, nonostante le varie diffide del ministero, la società ha continuato ad affidare  i lavori infra gruppo alla Toto spa Costruzioni Generali anche violando costantemente i dettami del Codice degli appalti. Queste condotte illecite hanno comportato il sequestro diretto e per equivalente nei confronti  di tre degli indagati e il sequestro diretto nei confronti delle società collegate alla concessionaria, per circa 21 milioni di euro. Il gruppo Toto è stato citato recentemente dalle carte dei pm di Firenze come una delle società che avrebbe finanziato in maniera irregolare la fondazione Open, utilizzata per pagare le attività politiche di Matteo Renzi.  

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