Violenza domestica. Il caso Juana Rivas approda in Italia

Il caso di Juana Rivas, condannata per sottrazione di minori dopo aver denunciato l’ex compagno per maltrattamenti, è diventato uno dei più controversi in Europa sul tema della violenza domestica e della tutela dei minori. Un caso tuttora aperto, con una prima udienza italiana che si è svolta il 18 settembre presso il tribunale di Cagliari. epa07063185 Spanish Juana Rivas, accused of kidnapping her children after they went missing when she was ordered to hand over their custody to the father, Italian Francesco Arcuri, leaves a local court in Granada after collecting her five-years in jail sentence, a formal procedure needed for a later appeal, in Granada, Spain, 02 October 2018. Rivas was sentenced also to six years without exercise of parental authority. EPA/PEPE TORRESEPA Il caso Dopo aver denunciato l’ex compagno italiano, Francesco Arcuri, per maltrattamenti, nel 2016 Rivas ha lasciato l’Italia e si è rifugiata in Spagna con i due figli. Lì ha denunciato a più riprese di essere stata vittima di violenze domestiche, sostenendo di aver voluto proteggere i bambini da un contesto che riteneva pericoloso. Da quel momento si è aperta una lunga battaglia giudiziaria tra i due paesi: i tribunali italiani hanno rivendicato la competenza sulla custodia, mentre Rivas ha resistito in Spagna, con il supporto dei movimenti femministi. Contro il costrutto dell’alienazione parentale per liberarci dalla violenza maschile contro le donne Nel 2018 la donna è stata condannata dalla giustizia spagnola per sottrazione di minori e a sei anni di sospensione della potestà genitoriale; pena in seguito mitigata da un indulto parziale. L’avvocata Virginia Dascanio, portavoce del team legale italiano di Rivas, spiega: «In seguito il legale spagnolo presentò ricorso alla Corte suprema, che ridusse la pena a 2 anni e 6 mesi di carcere. Venne chiesta la grazia al governo, che fu concessa portando la pena a 1 anno e 3 mesi, che non venne eseguita in quanto la signora Rivas ottenne la sospensione dell’esecuzione». Intanto le procedure civili in Italia hanno progressivamente consolidato la posizione del padre: nel febbraio 2025 la Corte d’Appello di Cagliari ha assegnato la custodia esclusiva del figlio minore, Daniel, ad Arcuri, ordinandone la restituzione. Nonostante il ricorso presentato da Rivas in Cassazione, il 25 luglio 2025 il tribunale di Granada ha dato esecuzione alla decisione italiana, disponendo il trasferimento del minore al padre. Parallelamente si è aperto un procedimento penale in Italia contro Arcuri per presunti maltrattamenti sui figli, di cui ci sono a disposizione testimonianze dei bambini e referti medici che attesterebbero abusi fisici e psicologici. Arcuri, tramite i suoi legali, ha negato le accuse di maltrattamenti e sottrazione di minori, dichiarandosi innocente. epa06131800 Italian national Francesco Arcuri arrives to the examining magistrate's court number 2 in Granada, Spain, 08 August 2017. Arcuri is fighting for the custody of his children after his former partner Spanish national Juana Rivas ran away with the kids, on 26 July 2017, following a judge order her to give them back despite she adduced physical abuse. Rivas assures Arcuri is a danger to their children after he was condemned back in 2009 for a domestic violence offense after an argument when they were living in Spain. The couple got back together after that and went to Italy where they had another child. Rivas fled from Italy back to Spain in 2016 with the children assuring Arcuri had again committed violence against her, despite the father had the temporary custody according to Italian Justice. Arcuri finally managed the custody of the children in July 2017 after a judge said she had kidnapped the children. Juana Rivas and the children's whereabouts are still unknown. EPA/PEPE TORRESEPA I movimenti femministi in Spagna In Spagna la vicenda ha portato in piazza migliaia di persone insieme ai movimenti femministi che, fin dal primo momento, hanno sostenuto Rivas e hanno denunciato le carenze della giustizia nel proteggere le donne vittime di violenza maschile. Le associazioni femministe hanno parlato di violenza istituzionale, accusando i tribunali di privilegiare i diritti paterni rispetto alla sicurezza dei figli e della madre. Anche diverse figure di governo hanno espresso apertamente sostegno alla donna, come la vicepresidente e ministra del Lavoro, Yolanda Díaz, la ministra della Gioventù e dell’infanzia, Sira Rego, e il ministro della Giustizia, Félix Bolaños. La solidarietà a Rivas è arrivata anche dal parlamento. Inoltre la Commissione di Igualdad del Congresso aveva approvato una mozione, proposta da Podemos, per istituire una Giornata delle “madres protectoras”: un riconoscimento delle donne che, come Rivas, si espongono per difendere i propri figli da situazioni di violenza. Le mobilitazioni per Juana Rivas hanno aperto un dibattito nazionale che ha coinvolto politica, opinione pubblica e istituzioni in merito alla giustizia e alla protezione delle vittime di violenza. epa06145865 An undated handout photo made available by Spanish fugitive Juana Rivas, showing Juana Rivas (L) and her children taken at an unknown location, issued 15 August 2017. Rivas and her children have been missing since Rivas was ordered to hand over custody of the children to their father, Italian man Francesco Arcuri, on 26 July. Rivas released the photo together with a letter stating that she was seeking to protect her children from their father, who was been convicted of domestic violence in 2009. Rivas has gained widespread support on social media and Spanish Prime Minister Mariano Rajoy has voiced empathy for her plight. EPA/JUANA RIVAS / HANDOUT ATTENTION EDITORS: CHILDREN'S FACES ARE PIXELLATED DUE TO FAMILY LAW HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALESEPA Rivas, la Pas e i centri antiviolenza Rivas, per la prima volta, parla a un giornale italiano: «Sono esasperata da questa situazione che ha deteriorato la mia vita. Soffro per quello che hanno dovuto subire i miei figli e, soprattutto, sto male per la situazione di mio figlio Daniel». Dice che ha ancora «molta fiducia che le cose possano andare bene. Confido che in questo processo penale che si sta svolgendo in Italia: la verità prevarrà e si potrà fare luce sugli abusi che io e i miei figli abbiamo subito per molti anni». Per l’avvocata Virginia Dascanio: «Nonostante la terribile situazione che la signora Rivas e i suoi figli stanno vivendo da anni, confidiamo che, finalmente, prevarrà il problema centrale del cosiddetto “caso Juana Rivas", che non è in alcun modo un conflitto per l’affidamento». Per l’avvocata non si tratta di «una "madre manipolatrice" che cerca di togliere i suoi figli a un “buon padre”, bensì un caso molto grave di violenza di genere e maltrattamento su minori». L’avvocata sottolinea il passaggio legato alla manipolazione perché il tribunale di Cagliari aveva fatto riferimento alla cosiddetta sindrome di alienazione parentale (Pas) per motivare la decisione di affidare la custodia esclusiva del figlio minore al padre. Cos’è l’alienazione parentale e come influisce ancora oggi sull’affidamento dei figli Luisanna Porcu, psicologa e consigliera dei centri antiviolenza D.i.Re, ricorda che «la psichiatria ufficiale internazionale ha respinto la Pas come concetto non scientifico» e conclude: «Come associazione nazionale D.i.re siamo sempre state solidali con Juana Rivas. Dal 2017, quando una Ctu l’ha accusata di essere una madre alienante, ha dovuto combattere nei tribunali italiani affinché venissero ascoltate le sue paure e quelle di suoi figli».