La festa di compleanno offerta alla sindaca di Roma Virginia Raggi da un consulente, suo fidato collaboratore, sta diventando un caso politico alla vigilia della campagna elettorale. Dopo l’articolo di Domani è intervenuto Carlo Calenda, in corsa per il Campidoglio alle prossime elezioni comunali, con un attacco durissimo: «Se avessi dato una festa, pagata da un consulente del Comune, in un hotel a 5 stelle di un imprenditore a cui è stata rilasciata (per fortuna) un’autorizzazione edilizia, sarei stato lapidato, Renzi direttamente arrestato, Berlusconi fucilato. I Cinquestelle, invece, si sono solo evoluti. Tanto». Dopo di lui Andrea Romano, deputato del partito democratico: «La sindaca Raggi chiarisca al più presto se c’è stato conflitto d’interessi sul suo fastoso party di compleanno. La storia è questa: un imprenditore ottiene dalla Sindaca di Roma il via libera all’ampliamento del proprio albergo. Pochi giorni dopo quello stesso imprenditore ospita in quello stesso albergo il fastoso party di compleanno della stessa Sindaca, “offerto” dal Capo del Cerimoniale della stessa Raggi (quello, per intenderci, ancora al suo posto dopo la targa sbagliata al Presidente Ciampi). Tutto regolare? Raggi chiarisca al più presto: Roma non merita l’affronto di quest’ultimo conflitto d’interessi in salsa 5Stelle».

La festa pagata

L’inchiesta del nostro giornale sulla festa per i 43 anni ha rivelato che a pagare l’evento è stato Roberto Sorbello, capo del cerimoniale del Campidoglio scelto e nominato da Raggi nel 2017, al centro delle polemiche di recente per il refuso (mancava una g) sulla targa dedicata all’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. La cifra donata dall’ex segretario del cerimoniale della Camera dei deputati si aggira tra i 5mila e i 6mila euro. «Un prezzo di mercato», hanno assicurato dalla struttura alberghiera. Sorbello, contatto prima dell’articolo, non aveva voluto dire la cifra esatta perché sarebbe stato un gesto inelegante nei confronti della sindaca che ha ricevuto il regalo. La versione ufficiale di Sorbello è che «un gruppo di amici ha voluto fare la sorpresa al sindaco, ciascuno di noi ha messo una quota ed essendo io il decano del gruppo ho voluto pagare con carta di credito nella massima trasparenza». Resta da capire perché Sorbello durante la prima telefonata con Domani non era stato così chiaro ed esplicito, «non è proprio così», ripeteva di continuo rispondendo alla nostra richiesta di replica sul pagamento della cena e sulla cifra spesa. Solo dopo un’oretta ha richiamato con le idee molto più chiare e con una versione che sembrava studiata con il Campidoglio.

Al party sul terrazzo dell’hotel 5 stelle erano presenti tra gli altri il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, l’ex presidente del Consiglio e nuovo leader dei Cinque stelle Giuseppe Conte. Pesi massimi del partito di Raggi che hanno dato un sapore di campagna elettorale alla serata conviviale con una cinquantina di invitati.

Il party dopo la delibera

La location scelta dal capo del cerimoniale per la «festa a sorpresa» (così l’hanno definita Sorbello e l’entourage di Raggi) è l’hotel di proprietà di Bernabò Bocca, che per la serata dal sapore di campagna elettorale, seppure non ufficialmente tale, ha incassato tra i 5 e i 6mila euro. La società titolare della struttura si chiama Sina Spa ed è la stessa che nel 2018 aveva presentato allo sportello unico per le attività ricettive del Comune di Roma l’istanza «finalizzata all’acquisizione dei pareti necessari per la realizzazione degli interventi di ristrutturazione edilizia relativi all’accorpamento della struttura ricettiva Bernini Bristol». Dopo un lungo iter, con qualche intoppo e pareri non sempre concordanti di tutti gli attori istituzionali coinvolti, il 21 aprile 2021 l’assemblea capitolina dichiara l’interesse pubblico dell’intervento proposto dalla società Sina Spa proprietario del Bernini e perciò dà il via libera all’ampliamento. Ventuno i voti favorevoli, tra questi la sindaca Raggi.

Una settimana fa nelle sale dell’hotel benedetto dal comune di Roma Raggi è stata invitata per inaugurare i lavori. «La presenza della sindaca Raggi è la testimonianza dell’attenzione delle istituzioni verso il nostro settore», aveva detto il titolare Bocca il giorno in cui aveva annunciato l’approvazione della pratica urbanistica a favore della struttura che gli permetterà di avere una cinquantina di camere in più.

Per questo la festa di Raggi nell’ albergo di lusso che ha ottenuto il via libera dal Comune, grazie al quale amplierà il business, è ritenuto da alcuni un conflitto di interessi evidente. Al contrario chi è vicino alla sindaca esclude qualsiasi tipo di conflitto, perché non c’è stato alcun favoritismo nei confronti della proprietà.

Resta da capire il ruolo di Sorbello in tutta questa faccenda che sta creando più di qualche imbarazzo alla prima cittadina pronta a correre per il secondo mandato. Abbiamo fatto notare, per esempio, all’esperto capo del cerimonale Sorbello che Raggi è un’amministratrice pubblica e che lui è soggetto, seppure collabori a titolo gratuito, al regolamento comunale che disciplina la condotta dei dipendenti, i quali non possono né ricevere né fare regali superiori a una certa soglia, indicata in 150 euro. «Non c’è alcun profilo di illegalità», replicano dal Campidoglio, «era una festa privata non era un evento elettorale». La tesi di fondo è che essendo una festa privata e non di raccolta fondi per la campagna elettorale ogni profilo di opacità scompare. E sia Sorbello sia la sindaca sarebbero esonerati dal dichiarare il regalo da 5 mila euro e più come donazione liberare alla politica.

Opportunità e ombre

Al di là del codice penale o di norme sui finanziamenti c’è una questione di opportunità politica. L’opportunità, cioè, di presenziare a un party pagato da un collaboratore, che in questi anni è stato in ballo per ottenere altre nomine politiche con l’appoggio della giunta. E c’è un altro aspetto di non poco conto. Sorbello ha dichiarato a Domani che ha pagato lui ma la somma è stata messa assieme da un gruppo di amici, chi sono? Impossibile saperlo, «non è corretto rivelare i nomi», si è giustificato Sorbello. Come non torna, del resto, la versione della festa a sorpresa fornita dal capo del cerimoniale e dal Campidoglio. è lo stesso Sorbello a far scricchiolare questa tesi quando di fronte alla domanda come fosse stato possibile organizzare un evento all’insaputa di una sindaca che è soggetta a misure di protezione ha risposto: «Beh, certo, nei due giorni che hanno preceduto la serata al Bernini era un pò meno a sorpresa».

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