- L’allora arcivescovo di Cracovia avrebbe adottato la tecnica del trasferimento da una parrocchia all’altra del prete abusatore per coprire e evitare lo scandalo. Fra le vicende più clamorose quella del sacerdote predatore seriale Eugeniusz Surgent, per il quale la Chiesa polacca è stata costretta a fare "mea culpa".
- L’episcopato polacco difende l’operato di Giovanni Paolo II e in una nota sostiene che la vicenda abusi è usata in maniera strumentale contro di lui per contestarne in realtà il magistero sulla sessualità e la difesa della vita dal concepimento fino alla morte naturale.
- Le ultime rivelazioni tuttavia smentirebbero un argomento chiave dei difensori di Wojtlya, cioè il fatto che non fosse a conoscenza della portata reale del fenomeno e che da pontefice a lungo credette fosse un problema essenzialmente americano. Senza dimenticare come diversi fra i più stretti collaboratori del Papa polacco, furono protagonisti attivi della politica degli insabbiamenti.
Karol Wojtyla, negli anni in cui fu arcivescovo di Cracovia, fra il 1964 e il 1978, venne a conoscenza di casi di abuso sessuale su minori commessi da preti polacchi e anzi contribuì al loro insabbiamento? Secondo le rivelazioni del giornalista olandese Ekke Overbeek che vive in Polonia e ha passato gli ultimi anni a indagare negli archivi dei servizi segreti dell’epoca comunista, la risposta è affermativa. Di fatto, ha spiegato Overbeek, molti dei documenti riguardanti direttamente l’operato



