Non solo Covid o carenza di personale, la giustizia in Italia rallenta anche per mancanza di strutture idonee a celebrare le udienze. È quel che è successo tra domenica e lunedì scorso a Trapani, in uno dei principali processi in corso del foro siciliano: l’udienza dell processo “Scrigno” doveva celebrarsi nell’aula bunker del tribunale ma è stata rinviata perché, poche ore prima dell’inizio, sono crollati i pannelli del controsoffitto.

Non solo, il rinvio non ha nemmeno una data certa perché ad oggi non è chiaro dove potrebbe celebrarsi l’udienza: nel palazzo di giustizia non esiste un’altra aula idonea a garantire i collegamento con i detenuti dalle carceri di massima sicurezza e l’unica alternativa sarebbe l’aula bunker di Montalto, che si trova nel carcere della città, ma è chiusa e inagibile da anni.

Risultato: il processo che vede imputate per mafia e voto di scambio otto persone, tra cui l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello, il boss Nino Buzzitta di Trapani ed il capo della presunta cosca mafiosa di Favignana, Vito D’Angelo, deve fermarsi.

le proteste

La notizia ha provocato la sollevazione della Camera Penale di Trapani, che ha proclamato lo stato di agitazione per oggi e scritto una durissima nota di denuncia delle condizioni in cui versa il palazzo di giustizia della città: ascensori non funzionanti, impianto di aria condizionata non funzionante e ora fermo «perché responsabile del crollo del soffitto dell’aula Falcone». Il controsoffitto, infatti, sarebbe crollato perché non reggeva più il peso dell’acqua del sistema di condizionamento.

Non solo: «nell’attesa del nostro processo potremo fare però fare una passeggiata nel giardino pensile del Palazzo: al sesto piano un arbusto spontaneo ha creato una piacevole area di verde; lo si può ammirare stando a testa in su o, se preferite, è possibile contemplare la radice al contrario (fa bella mostra di sé lungo cinque metri di altezza, tra i fascicoli)».

La situazione è stata portata all’attenzione anche della commissione Giustizia della Camera, con una interrogazione presentata dalla capogruppo di Fratelli d’Italia, Maria Carolina Varchi, che ha chiesto al ministero della Giustizia «se e quali immediate iniziative di competenza intenda assumere per accertare lo stato dei luoghi e mettere in sicurezza il Palazzo di Giustizia di Trapani, nonché per garantire la rapida ripresa del processo “Scrigno”».

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